La partita dei "top jobs". Il piano B della Georgieva e la carta segreta Lagarde

I nomi in corsa per gli incarichi di vertice a Bruxelles. Per l'Italia in pole Fitto e Franco

La partita dei "top jobs". Il piano B della Georgieva e la carta segreta Lagarde
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Dopo la cena informale dei leader europei di lunedì sera terminata con una fumata nera, in vista del primo appuntamento ufficiale con il Consiglio europeo del 27/28 giugno, impazza il toto nomi per riempire le caselle delle principali istituzioni europee.

La posizione più ricercata è quella di presidente della Commissione europea, incarico ricoperto da Ursula Von der Leyen che ambisce a una riconferma. Al momento la Von der Leyen è la favorita ma, in caso di una clamorosa bocciatura, ci sono altri nomi che potrebbero ambire al ruolo ognuno dei quali con alcuni pro e contro per la propria candidatura.

Tra i profili circolati c'è quello di Kristalina Georgieva, attuale direttrice del fondo monetario internazionale ed ex commissario al bilancio dell'Ue, altro profilo è quello del primo ministro croato Andrej Plenkovi il cui partito fa parte del Ppe. Lo stesso dicasi per il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis che, secondo Manfred Weber «rappresenta al meglio la leadership del Ppe» e per il primo ministro rumeno Klaus Iohannis, anche se la sua candidatura a Segretario generale della Nato (carica per cui è favorito l'olandese Mark Rutte) ha generato malcontenti. Circola da mesi anche il nome di Mario Draghi e, nonostante Antonio Tajani abbia parlato di una candidatura nata sui giornali, non bisogna mai dare per scontato nulla con Draghi. Altra figura di peso è il presidente della Bce Christine Lagarde che rappresenta un candidato gradito alla Francia ma una sua nomina aprirebbe un'altra delicata partita alla Bce con tutte le conseguenze del caso. A proposito di francesi, un nome che si è fatto è quello di Thierry Breton, attuale commissario europeo per il mercato interno e i servizi che lo scorso anno ha raccontato di essere stato un candidato «Piano B» per diventare commissario europeo nel 2019.

Rappresenterebbe un colpo di scena invece il nome di Roberta Metsola alla presidenza della Commissione Ue poiché la Metsola è ufficialmente candidata a presiedere il Parlamento europeo. Tutta aperta invece la partita della vicepresidenza della commissione con l'Italia che rivendica la casella oltre a un commissario di peso (ancora da definire quale). I nomi che circolano sono i ministri Raffaele Fitto e Giancarlo Giorgetti, l'ex ministro Roberto Cingolani, Vittorio Colao e Daniele Franco.

Si è invece riaperta la partita per il presidente del Consiglio europeo e, se in un primo momento il nome favorito sembrava essere quello dell'ex primo ministro socialista Antonio Costa, le cose si sono complicate nelle ultime ore. Da quanto si apprende il Ppe non vorrebbe lasciare una casella così importante ai socialisti per l'intera legislatura europea dividendo in due momenti (due anni e mezzo l'uno) il mandato. Tornano così in gioco molti dei nomi in lizza anche per la presidenza della Commissione Ue. Più sicura al momento la nomina del primo ministro estone Kaja Kallas per sostituire Josep Borrell come alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

Nel toto nomi aleggia però lo spettro dei candidati «coperti»: outsider, underdog, figure insospettabili, profili che quando vengono interpellati dai giornali negano ogni possibile coinvolgimento. Di solito sono i candidati più probabili.

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