Via alla partita delle nomine: tutte le novità della "triade"

Partono i confronti per quelle manovre che porteranno probabilmente a dei cambi ai vertici delle aziende coinvolte

Via alla partita delle nomine: tutte le novità della "triade"

Si avvicina a grandi passi il momento delle nomine delle partecipate, un obiettivo che fa gola a tanti partiti. Le grandi manovre sono iniziate sottotraccia da tempo, dal momento che il controllo di determinate aziende è spesso e volentieri ritenuto più importante addirittura della gestione di un ministero.

Un vero e proprio banco di prova per testare la stabilità dell'esecutivo. E in particolar modo gli equilibri all'interno di quella che Marco Antonellis su Tpi aveva già definito "triade". Si tratta di una sorta di "governo nel governo" alla conduzione del quale agirebbero tre importanti personalità politiche, rappresentanti dei maggiori partiti che risultano essere la spina dorsale dell'appoggio all'esecutivo guidato dall'ex governatore della Banca centrale europea Mario Draghi. Gli uomini-chiave sarebbero l'attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio per il Movimento CinqueStelle, il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti per la Lega ed infine il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini (Partito democratico).

I membri della cosiddetta "triade" affilano quindi gli artigli per il confronto che porterà alle nomine delle partecipate, difendendo gli interessi della propria compagine politica. Ma, come spiega lo steso Antonellis, dovranno comunque confrontarsi con Roberto Garofoli, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio a cui Draghi ha conferito l'incarico di gestire le questioni più delicate in collaborazione col ministro dell'economia e della finanze Daniele Franco.

Tra le scadenze più importanti nell'ambito delle partecipate risultano essere quelle di Saipem e Cdp: il confronto, in questo caso, dovrebbe coinvolgere Fabrizio Palermo (che punta ad una sua riconferma come amministratore delegato) e Dario Scannapieco, fedelissimo di Mario Draghi e del titolare del dicastero del Mef Daniele Franco. Forte indecisione anche per quanto riguarda Leonardo, una situazione ancora poco definita in particolar modo a causa del fatto che le vicissitudini giudiziarie potrebbero spingere i vertici a pensare alle dimissioni. Resta aperto anche il nodo Gse, altro punto strategico di rilevante importanza.

Insomma una vera e propria partita in corso tra le forze politiche per accaparrarsi il controllo di queste aziende, anche se all'esterno quasi nulla o ben poco viene alla luce per dimostrare in modo inconfutabile

l'esistenza di questa intensa attività sottotraccia. Un fermento di cui dovrà obbligatoriamente tener conto anche il presidente del Consiglio, con lo scopo di evitare fratture insanabili all'interno della sua maggioranza.

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