Partita a rischio per l'Italia, messaggio di Spalletti agli israeliani

Cortei e rischio di attacchi, timori in occasione dell'incontro. Il ct: "Penso che molti siano contro la guerra, convinciamone altri"

Partita a rischio per l'Italia, messaggio di Spalletti agli israeliani
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Due partite. Una sul campo verde dello stadio di Udine, l'altra su quello di battaglia in Libano, il «fronte nord», dove Israele è impegnato ad annientare Hezbollah, il partito di Dio rimasto senza leader dopo una serie di operazioni militari (alcune spettacolari, come quella dei cercapersone) realizzate dallo Stato ebraico. E, in sottofondo, le proteste. Non solo quelle che, ormai da un anno a questa parte, paralizzano e devastano le arterie principali delle nostre città. Ma anche quelle che oggi pomeriggio partiranno da piazza della Repubblica a Udine contro la partita di Nations League, Italia-Israele, che si terrà allo stadio Bluenergy.

Già nei giorni scorsi, il sindaco della città, Alberto Felice De Toni, aveva detto: «L'attenzione è alta, il prefetto ha adottato misure di sicurezza con l'impiego di numerosi operatori delle forze dell'ordine. Non nascondo che la preoccupazione c'è». Anche il ct della nazionale azzurra Luciano Spalletti (nella foto) ha detto la sua al Tg1: «Penso che tanti israeliani non vogliano la guerra e bisogna convincere sempre, qualcuno in più, che questa è una storia che deve finire». Il rischio, come abbiamo visto in quest'anno di guerra, è che la manifestazione di oggi sia tutt'altro che pacifica. Ed è proprio per questo motivo che, da più di 48 ore, Udine è blindata. Una sorta di cittadella fortificata i cui centri più a rischio (e quindi più monitorati e protetti) sono lo stadio e l'Hotel Là Di Moret, dove è ospitata la nazionale israeliana.

I piani di sicurezza sono definiti. Lo scorso venerdì, in Questura, sono stati ipotizzati diversi scenari, compresi quelli riguardanti attentati con veicoli lanciati a tutta velocità contro i pedoni (11mila biglietti venduti su 24mila per la partita) mentre si dirigono verso lo stadio. Per evitare attacchi simili, attorno allo stadio sono stati posti enormi dissuasori. Reparti mobili della polizia e degli artificieri, inoltre, sono arrivati da tutto il Nord Italia. Agli ingressi del Bluenergy saranno poi schierati oltre 450 steward per i controlli e, in tutta la zona rossa attorno allo stadio, sono state posizionate transenne alte oltre due metri che serviranno a far sfilare in ordine (e a ispezionare) chiunque si avvicini all'impianto. Ma non solo. Con un'ordinanza del comandante della polizia locale, Eros Del Longo, è stata cambiata la viabilità attorno all'arena, vicino alla quale nessuna auto potrà sostare. Il rischio poi che estremisti pro Palestina si possano infiltrare nella manifestazione è alto.

A quel punto lo scenario non sarebbe più quello dell'attentato terroristico, ma della guerriglia alla quale seguirebbe la devastazione della città.

Questo è ciò che potrebbe accadere tra qualche ora. Nel frattempo Udine resta blindata. Sospesa. In attesa del fischio che darà inizio alla partita. O agli scontri. Chissà.

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