I precedenti appellativi di «macellaio», «assassino» e «criminale di guerra» non avevano forse avuto l'impatto del definitivo «pazzo figlio di puttana», col quale Joe Biden ha bollato Vladimir Putin, in un'escalation di toni che ha forse raggiunto il suo apice dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina. Nemmeno nei giorni più bui della Guerra Fredda Ronald Reagan, che pure coniò l'espressione «impero del male», si era spinto a tanto nei confronti della leadership sovietica dell'epoca.
In quell'insulto ci sono tutte le tensioni accumulate nelle ultime settimane: lo stallo al Congresso dei nuovi aiuti a Kiev; le rivelazioni sulla nuova arma anti-satelliti russa; la ritirata ucraina da Avdiivka; la morte di Alexei Navalny; la scoperta che la «talpa» dell'Fbi che accusava Biden e il figlio Hunter di corruzione, in realtà era imbeccata dagli 007 di Mosca. Il presidente Usa si è lasciato sfuggire l'epiteto parlando a una platea amica, nel corso di un evento di raccolta fondi elettorali a San Francisco.
Più che l'ennesima gaffe, è sembrato in realtà il modo per lanciare una serie di segnali, interni ed esterni. Innanzitutto a Donald Trump, che ancora non ha condannato il Cremlino per la morte di Navalny, preferendo invece paragonare il suo «martirio» politico a quello dell'oppositore russo. «Se dieci o quindici anni fa avessi detto queste cose, avreste pensato che ero da ricoverare», ha detto Biden alla stessa platea di San Francisco. Del resto, dal veto di Trump dipende in gran parte l'ostruzionismo dei Repubblicani della Camera ai nuovi fondi per l'Ucraina. Poi, il segnale a Mosca: non vi fate illusioni. La guerra in Ucraina, sondaggi alla mano, ha un peso relativo nell'orientamento degli elettori. Il leader Usa sa che il Congresso prima o poi sbloccherà gli aiuti e può quindi confermare quello che è sempre stato il suo obiettivo dall'inizio del conflitto: arrivare ad una trattativa, ma con Kiev in una posizione di forza.
Le parole di Biden sono poi state definite dalla Casa Bianca una risposta «chiara», «diretta» e «trasparente» alle minacce poste dalla Russia. La reazione del Cremlino non si è fatta attendere. Il portavoce Dmitry Peskov ha parlato di dichiarazioni «maleducate», di «vergogna» per gli Stati Uniti e di «comportamento da cowboy di Hollywood per soddisfare interessi politici interni». Poi, è toccato alla portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova: «La prossima volta che Joe Biden userà la definizione pazzo figlio di puttana, ricordi che gli americani la associano meglio al figlio Hunter Biden». Infine, lo stesso Putin. «Avevo detto che per noi Biden è preferibile come presidente, e a giudicare da quello che ha detto adesso, ho assolutamente ragione», la risposta sarcastica del leader russo, che nella contestata intervista a Tucker Carlson aveva detto di preferire Biden a Trump, perché «più esperto» ma anche «più prevedibile». Questo, prima di concedersi un volo di prova di 30 minuti sul nuovo bombardiere strategico ipersonico Tu-160M, capace di portare anche testate nucleari.
E a conferma delle crescenti tensioni tra Occidente e Russia, le parole del ministro della Difesa francese, Sébastien Lecornu, che ha rivelato che un mese fa alcuni aerei militari francesi sul Mar Nero hanno rischiato di essere abbattuti dai caccia di Mosca. «Il comportamento della Russia nel 2024 non è lo stesso del 2022 e ovviamente di prima dell'aggressione in Ucraina», ha detto Lecornu.
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