Il Pd si lagna perché il centrodestra fa il centrodestra

Il Pd, 15 anni a oggi, va su tutte le furie per l'elezione di due esponenti conservatori, ma quando è stato al governo ha litigato con sé stesso perché troppo poco di sinistra

Il Pd si lagna perché il centrodestra fa il centrodestra

Lorenzo Fontana, leghista e cattolico. Ignazio La Russa, fedelissimo della Meloni ed ex missino. Il centrodestra, alla presidenza della Camera e del Senato, ha eletto due esponenti della destra conservatrice e la sinistra è andata su tutte le furie.

Il deputato Alessandro Zan, autore del ddl contro l’omotransfobia, stamane ha protestato in Aula mostrando uno striscione con la scritta “No a un presidente omofobo pro Putin”. Ora il Pd, quasi in segno di sfida, di proporre proprio Zan nel ruolo di vicepresidente della Camera. Ieri, il neo-presidente del Senato è stato ribattezzato dalla sinistra nostrana Ignazio Benito Maria La Russa. È chiaro che, a sinistra, vi sia ancora molto livore per la sconfitta alle elezioni e per il fatto che tutte le cariche più importanti (ad eccezione del presidente della Repubblica) in mano a esponenti della destra. Ma, cosa avrebbe dovuto fare il centrodestra? Giorgia Meloni, a un certo punto, sembrava voler offrire la presidenza di una delle due Camere all’opposizione, ma da parte del centrosinistra non è arrivato alcun feedback né positivo né negativo e si è proceduto con lo stesso criterio che è stato inaugurato dalla Seconda Repubblica in poi. Ora Enrico Letta grida allo scandalo:"L'Italia non merita questo sfregio". Eleggere due parlamentari che hanno già ricoperto entrambi ruoli di governo sarebbe uno scandalo? Sia La Russa, ex ministro della Difesa, sia Fontana, ex ministro della Famiglia e degli Affari Europei, hanno già giurato sulla Costituzione (antifascista) eppure sarebbero inadatti a ricoprire i loro ruoli? Perché? Semplicemente perché alla sinistra non piacciono le idee che portano avanti e per le quali sono stati eletti, più e più volte. In pratica, il Pd si lamenta perché il centrodestra elegge uomini (o donne) che portano avanti ideali di centrodestra.

Proprio oggi, il Pd compie 15 anni e si ritrova all’opposizione dopo aver trascorso 10 degli ultimi 11 anni al governo. Fatta eccezione per la parentesi gialloverde, il Pd, vincente o perdente, è sempre stato al governo e ha espresso anche numerosi presidenti del Consiglio: Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Avrebbe avuto l’opportunità di approvare il ddl Zan durante il governo giallorosso guidato da Giuseppe Conte eppure non è stato in grado. Lo stesso discorso vale per la legge sull’eutanasia legale, sulla liberalizzazione delle droghe leggere oppure sul conflitto di interessi. Le occasioni, magari con il supporto del Movimento Cinque Stelle, non sono mancate. Solo Renzi è riuscito a far approvare la legge sulle unioni civili, ma è stato massacrato sul Jobs Act e sulla riforma costituzionale. Sì, perché quando il Pd va al governo c’è sempre una parte più di sinistra che accusa la parte più moderata di essere troppo poco di sinistra. Ma c’è anche una parte più moderata che attacca la corrente più a sinistra di essere poco riformista. Una contrapposizione, quella tra la sinistra massimalista e la sinistra riformista, che nasce nell’800 e che non è ancora stata risolta. Il risultato di questa lotta intestina porta alle divisioni che si sono rese plastiche in occasione di queste ultime elezioni Politiche in cui il centrosinistra si è presentato frammentato in tre aree distinte.

Dopo la sconfitta, arriva la lagna quotidiana dovuta al fatto che il centrodestra, coalizione vincente delle elezioni, elegga politici dichiaratamente pro-life e pro-family e non porti avanti le promesse elettorali presenti nel programma di centrosinistra come le leggi pro Lgbt. Un’assurdità.

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