Il Pd tiene la linea Biden, Conte deraglia. E Schlein non tenta neanche l'intesa

I dem votano con la maggioranza sui nodi cruciali. Dai 5s comizi anti-Occidente

Il Pd tiene la linea Biden, Conte deraglia. E Schlein non tenta neanche l'intesa
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Uniti a Foggia, lontanissimi in Parlamento. Il tornante storico della crisi mondiale tra democrazie e totalitarismi, dal Medioriente all'Ucraina, segna una spaccatura irrecuperabile del «campo largo» sui temi fondamentali.

Stavolta il Pd non ci ha neppure provato, a cercare un compromesso con i Cinque Stelle sulle risoluzioni da votare in aula dopo le comunicazioni della premier sul prossimo Consiglio europeo: troppo irriducibili le distanze. E infatti Pd e Terzo Polo evocano la «gravitas di questo tornante della storia», come dice il dem Enzo Amendola, applaudono i passaggi condivisi nell'intervento di Giorgia Meloni e (nel consueto gioco di voti incrociati) votano insieme alla maggioranza sui punti fondamentali, ossia appoggio al diritto di Israele a difendersi dall'orrore islamista, e attenzione alla questione umanitaria dei civili di Gaza. Mentre i 5Stelle son rimasti asserragliati sulla linea del più ambiguo «pacifismo», contestando la linea occidentale su Israele come sull'Ucraina.

L'occasione è così solenne che Elly Schlein decide di prendere la parola in aula, e si capisce che soffre la concorrenza grillina sui facili slogan del «pacifismo» a senso unico. «Condanna totale» per Hamas, ma anche «no alla legge militare del più forte». No all'«antisemitismo inaccettabile dei cori di Milano» ma anche «no a colpire scuole e ospedali» (peccato che a quanto pare non sia stato Israele a colpirli). E evocazione di fantomatici «sforzi diplomatici» in Ucraina che è la Russia a impedire. Per i 5s in Senato va in scena il comizio anti-Occidente di una tal Bevilacqua, che inveisce contro il sostegno «bellicista» all'Ucraina e contro il governo «succube di Bruxelles e di Washington» (non come il fiero «Giuseppi» con Trump). Poi alla Camera si frena per evitare ulteriori figuracce: un'intervenuta si dedica al tema epocale dell'Iva sui tampax e un altro alle epiche gesta di Conte che avrebbe reso finalmente «credibile» l'Italia, al contrario dei successori. Infilzato senza pietà da Meloni, che evoca il fuori-onda Conte-Merkel: «Credibilità? Certo non mi vedrete mai inseguire i miei pari grado Ue al bar per dirgli che la mia maggioranza scherza ma poi obbedirà».

Conte accusa il colpo, reagisce stizzito, torna a evocare la resa dell'Ucraina a Putin (e di Israele a Hamas) strillando «basta armi» tra giulive ovazioni dei fan. All'interno del Pd c'è stata qualche discussione sull'opportunità di richiamare nel testo della risoluzione le parole assai contestate del presidente Onu Guterres su Hamas, e qualche contestazione (con Laura Boldrini in prima linea) contro il fermo appoggio al diritto alla difesa di Israele.

Ma alla fine si è riusciti a tenere sulla «linea Biden», come sintetizza un dirigente. Ora la compattezza è attesa alla prova della piazza: Conte corre alla manifestazione «pacifista» (e anti-Israele) di domani. Schlein non andrà. Ma, strattonata dai suoi «pacifisti», medita di mandare una delegazione.

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