Lucia Serlenga
La chiamano coolness e nella moda rappresenta ciò che è dannatamente attuale, irresistibile, figo. E dalle collezioni viste durante la Milano Fashion Week conclusasi ieri, emerge più che mai evidente che la nuova coolness ha la colonna sonora degli anni Ottanta. Lorenzo Serafini, autore della collezione Philosophy, parte dal sogno americano visto sotto una lente d'ingrandimento e di spessore tutto italiano. «Un'America edonista e positiva, quella degli inizi degli anni Ottanta» spiega il designer parlando di fascino dell'edonismo e di glamourizzazione del comfort e, soprattutto, mandando in passerella un mix di romanticismo e tenerezza opposti a forza e consistenza. Denim e tulle, quindi ma anche pelle e pizzo, taffettà e maglieria.
Pezzi di culto, il montone di camoscio sul completo di maglia, gli abiti di chiffon stampato portati con giacche di cashmere, le tute in denim o in velluto nero, le avvolgenti eco pellicce. Comun denominatore: i deliziosi colletti di pizzo e i nuovi stivali «Axl» realizzati a mano con dettagli in metallo e pietre turchesi. Il simbolismo poetico di Alessandro de' Benedetti autore di una bellissima collezione Mila Schön non può che ripartire da una nuova narrativa di quel gusto grafico che la grande signora della moda italiana impresse al suo stile. Da una parte l'heritage della maison di cui si celebrano i sessant'anni, dall'altra quell'esprit rivoluzionario fatto di ricerca e sofisticato astrattismo. In primo piano, la perfezione di un materiale iconico, il double che assume un volto più creativo e tecnologico attraverso la performance di doppi apribili, da una parte check e dall'altra tinta unita, da una parte drapperia dall'altra lurex platino oppure oro, chiusi anche da termosaldatura. Di grande impatto gli intarsi di gusto Bauhaus che ricordano la composizione A19 del 1927 firmata dal pittore ungherese Laszlo Moholy-Nagy ovvero uno spot light che evidenzia la forza dei colori e la perizia degli intarsi. Per Daniele Calcaterra la coolness sta in nuove prospettive giocate fra materia, spazio e volume.
«Un incontro fra trasparenza effimera e solida consistenza della materia» spiega lo stilista parlando di tessuti che, delevati o resinati, ritrovano la loro primordiale funzione espressiva come i drap pesanti in cashmere infeltriti, le cover di lana cruda dalle filettature evidenti e rigide, le douchesse e i mikado di seta. Arthur Arbesser, talento austriaco chiamato alla direzione creativa di Fay, chiama in causa il carisma di due icone di stile, gli attori Emma Watson e Ryan Gosling, per porre l'accento su una nuova visione dei capi iconici del marchio del gancio ponendo particolare attenzione al bellissimo giaccone 4 ganci, ispirato dalle uniformi dei pompieri americani e rilanciato nel 2017 in una limited-edition. Massima libertà di assemblaggio per la donna Cividini che possiede l'attitudine giusta per osare il poncho di lana cotta sul gessato o un lungo cardigan di maglia inglese di cashmere stampato con tecnica serigrafica su un abito in tessuto a quadri o accostare un rigoroso cappotto di cashmere nel più classico dei blu marine ai pantaloni a sigaretta e al blusottino in macramè portato, a sua volta, su una maglia oversize. Potenza di un messaggio di stile che nel caso di Giulia Marani si traduce nella rivisitazione dei cavalli di battaglia della Angelo Marani come la maglieria, il jeans e il maculato.
Bellissime le maglia di cashmere con testa di leopardo intarsiata e tempestata di macro paillette ricamate a mano e strass ma anche il jeans in tessuto stretch con macchia di lince stampata, argomento forte anche di abiti e di piumini in velluto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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