Le Pen adesso vede la vittoria. Macron-flop apre alla sinistra

Il Rassemblement National accreditato del 34,2%, il Front Populaire del 29,1. Affluenza alta, al ballottaggio il presidente invoca l'"unione democratica"

Le Pen adesso vede la vittoria. Macron-flop apre alla sinistra
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Il Rassemblement Nationale vince il primo turno delle legislative ma non è ancora certo di mettere le mani sul governo della Francia. Il partito dell'estrema destra guidato da Jordan Bardella ottiene, in base alle prime proiezioni, il 33,2 per cento dei voti battendo le sinistre unite nel Nouveau Front Populaire, accreditato dal 28,1 e lasciando molto indietro i macronisti di Ensemble (21) e i Républicains al 10. Folp di Réconquête di Eric Zemmour, dato allo 0,7. Passano pochi minuti dalle 20, l'orario della chiusura dei seggi e dei primi exit poll, e Macron, come se avesse già tutto pronto, già invoca una «grande unione, chiaramente democratica e repubblicana» contro l'onda nera. Del resto l'alta affluenza alle urne dimostra il desiderio di «chiarire la situazione politica».

Ecco, l'affluenza. Un fattore molto importante non soltanto da un punto di vista simbolico. La partecipazione al voto è arrivata al 66 per cento, il dato più alto del XXI secolo, quasi venti punti in più rispetto al 47,5 del 2022. Ciò significa che, secondo il contorto sistema elettorale francese, che nei 577 collegi vanno al secondo turno tutti i candidati che abbiano raggiunto almeno il 12,5 per cento degli iscritti al voto e quindi ci saranno in molti collegi delle «triangolazioni», ovvero un ballottaggio a tre il 7 luglio, ciò che influirà molto sulle scelte. In molti casi, in fatti, il trio sarà composto dal candidato del RN, del Nouvel Front Populaire e di Ensemble, ciò che renderebbe necessaria una desistenza da parte di una delle due ultime liste in funzione anti-Bardella. Secondo le previsioni di Ipsos al primo turno potrebbero essere eletti al primo turno appena tra i 65 a 85 deputati. La partita si deciderà quindi domenica prossima, con un numero di «spareggi» tra 492 e 512 collegi, più della metà dei quali (tra i 285 e i 315 collegi) con triangolazioni. Secondo una proiezione Ifop, il Rassemblement National potrebbe conquistare tra i 240 e i 270 seggi, comunque sotto l'asticella della maggioranza fissata a 289, il Nouveau Front Populaire tra 180 e 200, i macroniani tra 60 e 90, i Républicains che non hanno seguito Eric Ciotti nella sua fuga in avanti nell'alleanza con RN tra 30 e 50 seggi, e seggi sparsi tra 13 e 21.

Sarà una settimana di fuoco per la Francia, di assetti variabili e decisioni fatidiche. Molto dipenderà dalle scelte dei partiti di seconda fascia, i macroniani e i neogollisti dei Républicains. Questi ultimi hanno annunciato ieri sera che non daranno indicazioni su chi votare al secondo turno del 7 luglio. Da parte sua invece Olivier Faure, leader dei socialisti, ha drammatizzato il rischio che Rassemblement National vinca le elezioni: «Per la prima volta dalla seconda guerra mondiale l'estrema destra può governare. La domanda che ci si pone è: diamo loro pieni poteri oppure no?». Ebbene, «la posizione dei socialisti è estremamente chiara: non ci sarà, in nessun luogo, un candidato finché ci sarà il rischio di eleggere un candidato dell'estrema destra. Non ci sarà alcuna eccezione». Stessa cosa assicurano il leader di La France Insoumise Jean-Luc Mélenchon («nel caso in cui RN arrivasse primo e noi arrivassimo terzi, ritireremo la nostra candidatura. In ogni caso, le nostre istruzioni sono semplici, dirette e chiare: né un voto, né un seggio in più per il RN») e Raphaël Glucksmann, leader della Place Publique, rivelazione della sinistra alle elezioni europee del 9 giugno («Abbiamo una settimana per evitare la catastorge.

Sosterremo il candidato in grado di battere Rn, a prescindere dalle differenze» perché «bisogna impedire alla Francia di sprofondare»). Sarà una lunga, lunghissima settimana per la Francia. Iniziata ieri sera a Parigi con una imponente manifestazione di piazza, spinta anche dalla triade sindacale, contro il «pericolo nero» dei lepenisti.

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