In una Sicilia nella morsa degli incendi arriva la cavalleria. Il grido di aiuto del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, lanciato al premier Mario Draghi è stato ascoltato e sabato sera è stato firmato il Dpcm con la dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale del sistema di Protezione civile per spegnere l'isola che brucia da giorni. La gente è disperata perché ha perso case e aziende, è andato distrutto un patrimonio inestimabile di macchia mediterranea, sono morti tantissimi animali.
Ieri mattina in riunione è stata confermata la partenza per la Sicilia nella stessa giornata di ieri di squadre di volontari provenienti da Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e dalle province autonome di Trento e Bolzano che opereranno a supporto delle attività di spegnimento dei roghi che vedono già impegnati 806 vigili del fuoco con il raddoppio dei turni di servizio, per un totale di 119 squadre con 212 mezzi antincendio. Nel frattempo rimane alta l'allerta della Protezione civile.
Per oggi Musumeci ha convocato un vertice al PalaRegione di Catania, in cui saranno esaminate le condizioni di sicurezza degli stabilimenti balneari e l'eventuale adozione di misure. Quelle preventive sono scattate in ritardo, con l'assunzione di operai della forestale solo a giugno. Ma bisogna indagare sui forti interessi che si celano dietro alla desertificazione del territorio. Alla pista già nota della mafia dei boschi, che fa terra bruciata per recuperare terreni da adibire ai pascoli e alla vegetazione, se ne affianca una nuova che sarebbe da qualche tempo al vaglio della Commissione Antimafia. È l'affaire fotovoltaico a terra. Isola di sole e di vento, la Sicilia fa gola a molti. Interi appezzamenti agricoli sono stati acquistati tra gli altri da colossi internazionali per produrre energia pulita. Questo a scapito dell'agricoltura. A conti fatti di energia pulita ne resta ben poca in Sicilia, dove solo chi ha venduto ha il suo tornaconto, oltre, ovviamente, agli acquirenti. La Coldiretti scende in campo per la tutela dell'agricoltura siciliana e rilancia la petizione contro «i pannelli solari mangia suolo», denunciando pressioni che sarebbero state fatte per la cessione dei terreni. Secondo Coldiretti Giovani Impresa bisogna tutelare il suolo agricolo «chiedendo alle istituzioni di investire nelle fonti alternative di energia». Come fare? I giovani agricoltori della Coldiretti propongono che le Regioni e gli enti locali identifichino nelle aree da bonificare, nei terreni abbandonati, nelle zone industriali obsolete e nei tetti delle strutture produttive anche agricole, il luogo idoneo all'installazione del fotovoltaico per la corretta produzione di energia da fonti rinnovabili.
E ieri è stata emergenza anche a Pescara dove è stata aperta un'inchiesta per il vasto incendio che ha colpito la parte sud della città, devastando in particolar modo la Pineta Dannunziana, nota ai cittadini come Parco D'Avalos, poi la collina di San Silvestro e Colle Breccia. Sarebbero stati tre i punti di innesco e si ipotizza l'incendio colposo. I vigili del fuoco sono intervenuti nella zona sud della città. Diverse persone si sono riversate in strada. Le fiamme alte diversi metri hanno lambito alcune abitazioni e 5 persone sono rimaste ferite. Si è trattato di residenti che stavano cercando di spegnere le fiamme nel giardino di casa. Anche la spiaggia è stata evacuata, dieci gli stabilimenti balneari distrutti, com i bagnanti in fuga. Ben presto il Palafiere è diventato punto di raccolta per gli evacuati. L'incendio si è poi spostato verso la collina San Silvestro e l'area di Colle Breccia.
Per i soccorsi sono arrivati anche i militari del reggimento Alpini e una struttura che ospitava 40 disabili è stata evacuata. In fiamme anche la scuola media Benedetto Croce e un'autodemolizioni al Villaggio Alcyone. Il sindaco di Pescara Carlo Masci ha fatto sapere che chiererà lo stato di calamità.
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