L'obbiettivo proclamato dal commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo è ancora lontano. Seicentomila dosi al giorno, aveva promesso. In realtà le somministrazioni quotidiane non arrivano a 200mila. E le regioni vanno ognuna alla propria velocità, creando disomogeneità molto forti tra gli anziani calabresi e quelli valdostani, tra quelli campani e quelli sardi.
Alcune regioni svelano clamorosi flop nell'organizzazione, come la Lombardia che - con il 78% delle dosi iniettate - è al di sotto della media nazionale e finora si è rifiutata di aderire alla piattaforma di prenotazioni di Poste Italiane snobbando le intimazioni del premier Draghi. Al contrario la Campania mostra una capacità più che buona di somministrare le dosi di vaccino, anche se non in maniera omogenea ovunque. La regione, infatti, vanta l'82,38% di dosi somministrate rispetto a quelle consegnate, anche se province come Avellino e Benevento finora hanno vaccinato poco, utilizzando soltanto il 6,93% delle dosi. In Emilia Romagna, il presidente Stefano Bonaccini annuncia: «Entro la fine di aprile confido che avremo terminato tutta la popolazione ultraottantenne con la seconda dose».
Le differenze fra un territorio e l'altro non riguardano solo la velocità nelle prenotazioni, ma anche le regole: in Lazio e in Liguria, ad esempio, i pazienti oncologici non possono prenotarsi direttamente ma per poter effettuare il vaccino devono essere segnalati dal proprio medico di famiglia o dal centro che li ha in cura.
In generale, le regioni dove si riescono a utilizzare meno le dosi sono Sardegna, Liguria (che sta per avviare la vaccinazione anche tra gli under 80 e da oggi ha aperto le prenotazioni online per la fascia 75-79 anni) e la Calabria, che è arrivata a fatica al 70% recuperando il ritardo causato dal blocco di Astrazeneca. Al contrario La Valle d'Aosta (91,2%), la Provincia Autonoma di Bolzano (90%) e la Campania (86,7%) sono quelle più virtuose. Sono sotto la media nazionale Friuli Venezia Giulia (81,7%), Umbria (80,3%), Veneto (79,2%). Il governatore veneto Luca Zaia annuncia però che entro la prima settimana di aprile sarà conclusa la vaccinazione agli ultra 80enni.
Dal fondo della classifica, insorge la Sardegna che spiega il ritardo nella campagna vaccinale come un rispetto delle regole che altri non seguono così pedissequamente. «Siamo gli unici - insorge l'assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu - che mantengono il 30% delle dosi di riserva.
Se ci dovesse essere la necessità di andare in soccorso con le nostre dosi alle regioni che non hanno rispettato le indicazioni del governo, la Sardegna non è disponibile». La Puglia, con mezzo milioni di dose distribuite, dal 29 marzo inizierà la vaccinazione dei fragili, dai 16 anni in su in ordine di anzianità e dal 12 aprile le persone tra i 70 e i 79 anni.
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