Il piano di Renzi: "Draghi al Quirinale? Allora pensino al dopo..."

Il leader di Italia Viva non esclude l'approdo del premier al Colle: "Poi va costruita una maggioranza presidenziale, ma anche una maggioranza politica per il governo del dopo"

Il piano di Renzi: "Draghi al Quirinale? Allora pensino al dopo..."

L'elezione del prossimo presidente della Repubblica avrà un forte impatto sul futuro degli scenari politici a livello nazionale. Al di là dell'incognita su chi sarà il nuovo inquilino del Quirinale, molta attenzione è riservata a quello che accadrà dopo la partita: la legislatura andrà avanti o si opterà per le elezioni anticipate. In tal senso Matteo Renzi non ha escluso l'ipotesi di far approdare il premier Draghi al Colle, ma allo stesso tempo ha sottolineato l'importanza di trovare una nuova quadra per proseguire fino al 2023.

L'ipotesi Draghi

Nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, il leader di Italia Viva ha sostenuto che sarà difficile eleggere il nuovo capo dello Stato al primo turno. Ma comunque non si è detto preoccupato dalle tempistiche che potrebbe richiedere questo cruciale passaggio politico: "Che sia eletto lunedì 24 o giovedì 27 cambia poco. Deve starci sette anni, cosa vuole che siano tre giorni in dopo?".

Renzi considera Mario Draghi "un punto di forza di questo Paese". Ora per il presidente del Consiglio si aprono due strade: restare alla guida di Palazzo Chigi o trasferirsi al Quirinale. Il numero uno di Italia Viva ha messo in guardia tutti i partiti che sostengono l'esecutivo: se si vuole mantenere Draghi al governo allora "gli va data massima agibilità politica"; se invece si preferisce la sua presenza al Colle "va costruita una maggioranza presidenziale, ma anche una maggioranza politica per il governo del dopo".

Elezioni anticipate

Il punto è proprio questo, come avevano già ribadito i partiti di maggioranza al termine della conferenza stampa di fine anno di Draghi: garantire la continuità del governo, evitando che la legislatura venga interrotta. L'eventuale approdo del premier al Quirinale rimane comunque uno scenario che spingerebbe verso le elezioni anticipate, visto che Draghi viene considerato l'unico profilo in grado di tenere unito un governo così variegato.

A tifare per il ritorno anticipato alle urne è indubbiamente Giorgia Meloni, che non ha fatto mistero di voler riconsegnare la parola agli italiani. "Ha bisogno delle elezioni perché ha iniziato il calo nei sondaggi", ha annotato Renzi. Secondo cui anche Enrico Letta, segretario del Partito democratico, auspicherebbe le elezioni anticipate: "Se non si vota deve fare il congresso e vincere le primarie, esercizio nel quale non ha grande esperienza".

La sponda con il centrodestra

Renzi ha riconosciuto che il centrodestra questa volta possiede i numeri per poter contare e ricoprire il ruolo di king maker nell'elezione del presidente della Repubblica: "Per me non sarebbe un problema un capo dello Stato di centrodestra". E non ha rinnegato quel colloquio con Matteo Salvini in Senato a notte fonda: "Negare un ruolo al capo del centrodestra, che ad oggi è Salvini, significa vivere fuori dal mondo".

Da Italia Viva già è arrivata un'apertura del centrodestra, con Maria Elena Boschi che ha confermato la volontà di sedersi al tavolo anche con gli avversari.

Un atteggiamento simile lo ha avuto anche Michele Gubitosa, vicepresidente del Movimento 5 Stelle, che non ha escluso il sostegno a un candidato di area di centrodestra: "Se si parla di figure di alto profilo politico e istituzionale, non ci sono pregiudizi. Non mettiamo veti e non siamo prevenuti, lo specifico affinché nessuno pensi di utilizzarci come scusa per dire no a qualcuno".

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