A Palazzo Chigi si parla di acqua. E di siccità. Dovrebbe piovere 50 giorni di fila per scongiurare il rischio di un razionamento estivo. E siccome le previsioni degli esperti sono pessimistiche, il governo ha annunciato ieri misure straordinarie per l'emergenza idrica. La parola d'ordine della premier è semplificare tutto quanto è possibile per snellire le procedure che bloccano gli interventi. Anche con l'aiuto di un commissario «che deve operare immediatamente sottolinea - per superare alcune lungaggini e veti ideologici». Attorno al tavolo tecnico presieduto da Giorgia Meloni, siedono i ministri interessati, Matteo Salvini, Raffaele Fitto, Gilberto Pichetto Fratin, Nello Musumeci, Francesco Lollobrigida. Silvio Berlusconi è in costante contatto con i ministri e approva le norme di semplificazione per mettere in cantiere le opere già finanziate. «La gestione delle risorse idriche non sempre è stata oculata e c'è una fortissima dispersione fino al 50% a livello regionale e al 37% a livello nazionale - dice la premier -. Uno spreco inaccettabile dovuto anche alla parcellizzazione degli enti che si occupano della gestione idrica». Da qui la necessità di una «governance coordinata, per verificare le risorse, gli investimenti che si possono fare anche utilizzando i fondi del Pnrr». Sulla base di queste necessità nasce una cabina di regia (che ricorda l'era Covid) tra tutti i ministeri interessati per definire un piano idrico straordinario nazionale. Sarà istituita a Palazzo Chigi, d'intesa con le Regioni e gli enti territoriali, per individuare le priorità di intervento e la loro programmazione, anche utilizzando nuove tecnologie. Il governo sta lavorando anche ad un provvedimento normativo urgente che contenga le semplificazioni necessarie e le deroghe per accelerare i lavori essenziali per fronteggiare la siccità. E sarà individuato un commissario straordinario con poteri esecutivi. E prevista anche una campagna di sensibilizzazione. «C'è una proposta completa - spiega il vice ministro Vania Gava - la cabina di regia con i ministeri e un commissario che darà attuazione a quanto programmato dai ministri interessati». Gava ricorda che ci sono interventi già pronti che partiranno a brevissimo: la pulizia degli invasi, lo sghiaiamento e la sistemazione dei cedimenti dei bacini di invaso. Il vice ministro punta anche al coinvolgimento della popolazione. Il Cnr ricorda che fra il 6 e il 15% della popolazione italiana vive in regioni esposte a rischio siccità. E l'associazione nazionale dei consorzi di bacino (Anbi) sostiene che per almeno tre milioni e mezzo di italiani l'acqua potrebbe non esistere più.
Le proposte
spesso sono bloccate dalla burocrazia e il ministro Lollobrigida chiede la semplificazione. Prima in cabina di regia dove ricorda che «si riesce a captare solo l'11 per cento dell'acqua piovana», poi in aula alla Camera.
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