Compagni di avventure, appassionati di arrampicate, esperti alpinisti, Cristian Gualdi e Luca Perazzini, 48 e 42 anni, romagnoli con la montagna nel sangue, hanno trovato la morte sulla vetta più alta dell'Appennino. Nati a Sant'Arcangelo di Romagna, lasciano il vuoto in tutto il riminese, da giorni col fiato sospeso per la loro sorte. «La nostra mission da soccorritori è di portare a casa persone vive - commenta Daniele Perilli, presidente regionale del Cnsa, il Soccorso Alpino Nazionale -. Abbiamo fatto di tutto. Ci dispiace perché per noi è una sconfitta». Gualdi, titolare della ditta Top Infissi di Savignano sul Rubicone, Forlì-Cesena, era sposato. Perazzini faceva l'elettricista della Nuova Cei di Sant'Arcangelo, fidanzato. Non avevano figli. Da sempre i due condividevano l'amore per le scalate, in coppia e in solitaria. Mai imprudenti, sempre attrezzati di tutto punto, affrontavano le vette da veri esperti. Sui loro giacconi la piastrina metallica riflettente utile al sonar per l'individuazione dei dispersi, finiti sotto una valanga o intrappolati in un canalone. Un sistema efficace quello del Sonar Recco e che, nonostante il nome, è stato inventato da uno svedese, Magnus Granhed, più di 50 anni fa. L'idea nasce quando, nel 1973, un gruppo di alpinisti finisce sotto una valanga ad Are, in Svezia. Muoiono tutti. Granhed sviluppa allora un modo per trovare le persone scomparse utilizzando il principio del radar armonico. Nel 1983 il prototipo, nel 1987 il primo salvataggio, a Lenzerheide in Svizzera, di una donna localizzata ancora viva. Nel 2001 viene utilizzato sul Monte Velino, sempre in Abruzzo, per recuperare i corpi di quattro escursionisti. In Italia esistono solo 3 rilevatori Sonar Recco: ad Aosta, Bolzano e Trento, da dove è arrivato quello usato per i dispersi sul Gran Sasso. In poche parole è un trasmettitore-ricevitore che invia onde radio e, in caso l'alpinista abbia la piastrina, questa riflette l'onda rinviandola al sonar. Grazie a questo strumento l'elicottero riesce a coprire un chilometro quadrato dai 6 ai 10 minuti. «A fine mattinata è arrivata la notizia che non avremmo mai voluto ricevere. Dopo giorni di apprensione - racconta Filippo Sacchetti, sindaco di Sant'Arcangelo di Romagna -, un Natale con il pensiero e il cuore sul Gran Sasso, la fiammella della speranza tenuta accesa incoraggiandoci tutti insieme, da comunità. Adesso è il momento del dolore, del silenzio e della vicinanza ai familiari di questi figli di Santarcangelo che non dovranno sentirsi, né saranno mai, lasciati soli». «Abbiamo atteso di comunicare il recupero dei corpi per informare prima le famiglie di Cristian e Luca» spiegano gli uomini che hanno seguito, via terra con i ramponi ai piedi, il segnale dell'antenna Recco.
I parenti, arrivati da giorni dall'Emilia-Romagna, sono ai piedi del Gran Sasso, a Fonte Cerreto. «Ringraziamo tutti i soccorritori» dicono i familiari. Il medico legale ha dato il nulla osta ai funerali. Oggi le salme viaggiano verso casa per l'ultimo saluto.SteVla
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