Simonetta Caminiti
Ha un braccio fasciato, perciò picchia con l'altro braccio. Comincia con gli schiaffi, completa le violenze coi calci che atterrano letteralmente la sua vittima: un 37enne di Olbia, L.I., mentalmente molto fragile, e seguito, di norma, da psichiatri ed educatori. L'oggetto inerme di un'aggressione bestiale, apparentemente originata da un pretesto. È successo nel parcheggio esterno di una discoteca di San Teodoro (Sassari): l'aggressore ha 27 anni, le sue iniziali sono B.A.A.: si erano recati insieme alla discoteca, e con loro uno stesso gruppo di amici. Amici che non sono intervenuti durante quello sconcertante spettacolo. Amici tra i quali qualcuno filmava tutto col cellulare. Esanime, riverso a terra, il giovane di Olbia si è ritrovato lesioni che avranno bisogno di almeno 45 giorni per dargli tregua.
Ma non è tutto. Il video dell'aggressione è finito subito sui social network, attirando un pubblico infinito che, tra curiosità e denuncia, lo ha fatto rimbalzare sulle testate online. L'avviso campeggia, doveroso, all'inizio della clip: «Immagini che possono urtare la vostra sensibilità». È la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nuoro a doversi pronunciare sulla situazione del 27enne. Le immagini del video scorrono inequivocabili: la violenza è feroce, e altrettanto chiara è la posizione del disabile, accartocciata e senza resistenza mentre gli insulti danno voce al pestaggio: sono pochi secondi ma paiono infiniti. Altre persone che assistono, rigorosamente senza intervenire: a cominciare dal «reporter» che inquadra ogni singolo movimento. Le indagini, difatti, proseguono anche per individuare le persone presenti, e per comprendere il ruolo che ciascuna di loro può aver avuto in quella piccola arena improvvisata.
«Come pubblicamente è stato il male, sarà anche il bene, perciò chiedo scusa al ragazzo a cui ho fatto del male», è il post su Facebook di B.A.A., l'aggressore. Un concetto quasi rudimentale col quale sembra sperare di far risalire la sua immagine di violento da un baratro profondo, e da una condanna che diventa presto un caso politico. «Ho visto il video del ragazzo con disabilità picchiato a San Teodoro. Sconvolgente», ha scritto il ministro Maria Elena Boschi su Facebook. «Vogliamo chiarezza e giustizia subito». Quella mattina, L.I. era stato accompagnato dal servizio di vigilanza della discoteca al pronto soccorso: e ha raccontato ai familiari, in principio, di essere caduto in moto. Pudore, forse un senso di vergogna per non essere stato in grado di difendersi. Ma le immagini nel cellulare, dilagate tra i social, hanno mostrato la verità. Aspetto beffardo è che i carabinieri di Olbia Poltu Quadu abbiano appreso il fatto solo alcuni giorni dopo: cioè nella serata di tre giorni fa, quando la vittima dell'aggressione e il suo avvocato hanno presentato querela.
L'autore del pestaggio non è un nome nuovo per le forze dell'ordine di Sassari. Oggi chiede scusa, ma questa storia diventata emblematica ha dei precedenti.
«Sottolineo che non è un invalido aggiunge su Facebook l'aggressore , e che l'accaduto non è privo di motivazioni se pur ugualmente ingiustificabile». Ma le immagini hanno una forza cristallina, indignano i più. E oggi il magistrato prenderà la sua decisione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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