Più che un conteggio è una corsa verso il trionfo. Sergio Chiamparino prepara le valigie, la Lega e il centrodestra sono pronti a installarsi nella sede della Regione che fino a ieri era una macchia rossa nella mappa del profondo Nord, tutto verde e azzurro. L'anomalia non c'è più: il nuovo governatore sarà il forzista Alberto Cirio che è partito dalla periferia di Alba per espugnare, infine, Torino. La resistenza del Pd si ferma al capoluogo: qui (dati delle Europee) il Pd è il primo partito con il 33,47 per cento, ma la Lega incalza al 26,89. Liquefatti i 5 Stelle che pure esprimono il sindaco Chiara Appendino e solo tre anni fa avevano fatto incetta di consensi: ora sono sulla linea del Piave di un mortificante 13,33 per cento. Se si allarga lo sguardo all'intera regione, allora la marea verde dilaga fino a un vertiginoso 37,14 per cento e il Pd arretra, in un territorio storicamente spaccato in due, al 23,94 per cento. I Cinque Stelle sono sempre inchiodati al 13 per cento, davanti a Forza Italia che arriva al 9,08, e a Fratelli d'Italia che sfiora il 6 per cento.
Risultato: nel pomeriggio la forbice fra le due coalizioni si allarga sempre di più: Cirio svetta sul crinale del 50 per cento, Chiamparino è indietro di 13 punti, al 36 e mezzo per cento, il pentastellato Giorgio Bertola sprofonda.
Lo scrutinio è ancora in corso ma già si volta pagina. «Non perderemo neanche un minuto - assicura al Giornale Cirio che ha atteso i risultati ad Alba - su Tav, Terzo Valico e autostrada Asti-Cuneo si gioca la mia credibilità, quella della mia squadra e della mia generazione che ha scommesso tutto sul completamento delle grandi infrastrutture, tallone d'Achille della nostra Regione. L'altro tema urgente è quello dell'autonomia. Siamo appena partiti, siamo in ritardo su Lombardia, Veneto, Emilia e dobbiamo accelerare». Infine il neogovernatore lancia un ramoscello d'ulivo alla sindaca: «Appendino mi troverà come suo primo alleato quando lavoreremo nell'interesse dei piemontesi».
Fabrizio Ricca, segretario della Lega a Torino, unico consigliere verde in Comune e candidato forte alle regionali, è meno ecumenico ma altrettanto concreto: «Non sappiamo ancora chi entrerà in giunta, ma sappiamo cosa faremo. La Tav andrà avanti, come ha detto subito Matteo Salvini, e non ci sarà spazio per alcun ripensamento. I no Tav sono al 13 per cento, la percentuale dei grillini, gli altri elettori sono a favore, quindi la partita è chiusa».
Insomma, il doppio tagliando, per Bruxelles e per Torino, è stato fatalmente un referendum sull'infrastruttura più contestata d'Italia e i risultati sono travolgenti. «Di più - insiste Ricca - non ci accontenteremo di un'opera monca, ma vogliamo il progetto più ambizioso: potenzieremo il nodo di Orbassano e realizzeremo la stazione internazionale di Susa, vitale per calamitare gli sciatori e i turisti che altrimenti scendono tutti dall'altra parte, a Modane».
Ricca, recordman delle preferenze nel Carroccio con un pacchetto di quasi 4mila voti, sarà l'uomo chiave della Lega, insieme all'ex parlamentare Stefano Allasia. Il presidente Cirio sarà circondato da un plotone di 22 consiglieri verdi, contro i due di oggi, e lascerà a via Bellerio la vicepresidenza della giunta e la guida del consiglio regionale.
Una stagione si apre, un'altra si chiude.
Chiamparino telefona a Cirio e si complimenta, poi, in conferenza stampa, annuncia il suo addio alla politica: «Ho 71 anni, ho combattuto quest'ultima battaglia, l'ho persa, credo di non avere più molto da dire. La responsabilità della sconfitta è mia ed esclusivamente mia. Quando si perde si va a casa».Chapeau.
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