Di Pietro verso il carcere. E gli youtuber lasciano: "Noi segnati per sempre"

Inquirenti al lavoro sull'incidente che ha ucciso Manuel. L'addio di TheBorderline

Di Pietro verso il carcere. E gli youtuber lasciano: "Noi segnati per sempre"
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Prima per i genitori era «una bravata», ieri i «Theborderline» hanno pubblicato un messaggio di addio - visualizzato da decine di migliaia di persone - per esprimere «il massimo, sincero e più profondo dolore». «Nulla potrà mai più essere come prima» assicurano gli youtuber. In attesa del nulla osta per i funerali del piccolo Manuel, il gip ha pronta l'ordinanza di custodia cautelare per Matteo Di Pietro, il 20enne accusato di omicidio stradale aggravato e lesioni, alla guida della Lamborghini Urus da almeno 30 ore per una sfida al «limite». Una challenge delle tante studiate dal gruppo The Borderline, 50 ore senza mai fermarsi, specializzato in scommesse ai limiti della legalità e seguite da oltre 600mila followers. Tutte filmate «per il divertimento» di un milione e mezzo di fan e tanti soldi. Ventiquattro ore su una zattera sul lago di Albano, in mutande per ore sulla neve, dentro una Fiat 500 per 50 ore (arrivando fino a Milano), due giorni senza scendere da una Tesla. Tutto in rete in barba alla legge. Una tragedia annunciata nonostante il difensore di Di Pietro dica: «La Lamborghini aveva la precedenza».

Gli inquirenti hanno raccolto dieci elementi utili per inchiodare i quattro alle loro responsabilità. La supercar andava a velocità sostenuta. Almeno a 110 l'ora. E Di Pietro, patentato da due anni, non poteva superare i 90 km orari ma su strade extraurbane. All'incrocio fra via di Macchia Saponara e via Archelao di Mileto non c'è segno di frenata. Del resto il Suv, dopo l'impatto con la Smart Four Four di Elena Uccello, la trascina per decine di metri. Manuel, il bimbo di 5 anni deceduto praticamente sul colpo, secondo l'esame autoptico avrebbe subito gravi lesioni interne dovute alla forza d'urto. Elemento decisivo per stabilire la velocità della Lamborghini. Quarto, Di Pietro avrebbe guidato per decine di ore. Vito Loiacono, unico dei quattro a inviare un messaggio alla famiglia Proietti, afferma di non aver mai preso il volante. Insomma, un giorno e mezzo senza alternanza alla guida. Di Pietro il giorno stesso che consegue la patente si fa beccare con una canna. I carabinieri gli trovano un quantitativo per uso personale. Se la cava con la segnalazione in Prefettura. E continua a guidare facendosi le canne visto che anche mercoledì scorso risulta positivo ai cannabinoidi. Perché nel 2021 non gli viene sospesa la patente? Dalla Prefettura la segnalazione ai servizi sociali, il Sert, è automatica. Per tornare alla guida, poi, bisognerebbe sottoporsi regolarmente a drug test e incontri con gli psicologi.

Nel 2022, un anno dopo, il fondatore dei The Borderline noleggia una Ferrari per regalare al padre un giorno intero su una rossa. Il video postato in diretta, tanto per rientrare dei soldi spesi, li mostra sfrecciare per strada senza cinture. Nessuno interviene. La Lamborghini viene noleggiata da Loiacono allo Skylimit rent car. Tutto regolare, la patente supera un anno che è il limite per cilindrate superiori ai 95 cavalli. Ma i titolari della concessionaria conoscono la sfida, visto che i Borderline gli fanno regolarmente pubblicità sui social. Tanto che la Procura non esclude affatto la possibilità di iscrivere anche loro nel registro degli indagati per concorso in omicidio stradale. Ottavo. Alla richiesta del popolo del web di oscurare le pagine del gruppo, la piattaforma risponde picche. «Nessuna violazione delle linee guida della community».

Ieri sera intanto è arrivato sui social il messaggio con cui i TheBorderline

hanno voluto mostrare cordoglio e pentimento per il male causato: «Quanto accaduto ha lasciato tutti segnati con una profonda ferita, e nulla potrà mai più essere come prima - dicono - Il nostro pensiero è solo per Manuel».

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