La piroetta M5s sulle visite ai reclusi

Nel 2022 accusarono il Dap: "Così si mette in dubbio il rigore"

La piroetta M5s sulle visite ai reclusi

Non può stupire che il M5s e Conte, campioni olimpionici di incoerenza, abbiano cambiato idea sull'opportunità che un parlamentare visiti un detenuto al 41-bis. Tutto dipende dal momento politico e adesso, per i grillini all'opposizione, conviene accodarsi al Pd e cavalcare la polemica contro Fdi, piuttosto che prendere le distanze dai dem per l'incontro in carcere con Cospito. Il partito più manettaro e giustizialista di sempre ora discetta sul «diritto e dovere dei parlamentari» di visitare i detenuti più pericolosi sottoposti al 41-bis, come ricorda la deputata grillina Anna Laura Orrico. «Accusare parlamentari dello schieramento avverso di collusioni o contiguità con il terrorismo o la mafia, solo per aver fatto visita a un detenuto, è un fatto gravissimo. È un diritto e un dovere dei parlamentari verificare le condizioni di salute dei detenuti» tuona Federico Cafiero De Raho, deputato M5S ed ex procuratore nazionale antimafia. Ma solo pochi mesi fa, quando non conveniva fare i garantisti preoccupati per lo stato di salute degli ergastolani, il partito di Conte era su posizioni diametralmente opposte. Al punto da essere contraria alla nomina del magistrato Carlo Renoldi a capo del Dap (con la Cartabia al ministero di Giustizia), per via delle sue posizioni troppo garantiste e critiche verso l'antimafia da lui definita «arroccata nel culto dei martiri». E in particolare per la sua linea di permettere visite dai detenuti al 41-bis. Tanto che i grillini fecero una battaglia, annunciando una interrogazione parlamentare, contro la visita effettuata dall'associazione «Nessuno Tocchi Caino» nei carceri di Sassari e Nuoro, comprese le sezioni del 41 bis. «Chiederemo spiegazioni al capo del Dap Renoldi. Assistiamo, ancora una volta, ai tentativi di chi vuole mettere in discussione il 41bis, regime carcerario che non è una tortura democratica ma che è la restrizione della libertà ai soggetti più pericolosi che ci sono in Italia, per impedire loro la prosecuzione di azioni criminose contro i cittadini e contro lo Stato» scrivevano in una nota i parlamentari M5s della commissione Antimafia. Altro che diritto e dovere di verificare la salute dei detenuti, come dicono ora.

«A fronte di sanguinari stragisti, le regole della democrazia prevalgono con regimi carcerari proporzionali alla pericolosità dei detenuti ma sempre rispettosi della loro dignità. Dignità umana che questi assassini non hanno mai rispettato quando ammazzavano inermi cittadini e servitori dello Stato e quando devastavano il territorio» tuonavano i grillini. Garantisti a seconda delle occasioni.

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