Pizzo, risse e soldi illeciti: la retata dei 19 capi ultrà

Racket di parcheggi e panini fuori da S. Siro: arresti e 30 indagati. La Curva Nord vicina alla 'ndrangheta, i giri della Sud nei locali vip

Pizzo, risse e soldi illeciti: la retata dei 19 capi ultrà
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I direttivi delle Curve di Inter e Milan spazzati via da una raffica di arresti. La retata di polizia e Guardia di finanza scatta ieri all'alba. Finiscono in manette 19 persone (16 in carcere e 3 ai domiciliari): sono quasi tutti ultrà di peso massimo, nerazzurri e rossoneri. Gruppi nemici che però avevano stretto un «patto di non belligeranza» per intascare il massimo dei «profitti illeciti» di estorsioni sulla vendita dei biglietti, pizzo sui parcheggi intorno a San Siro e fare risse, pestaggi e spedizioni punitive e molto altro.

L'inchiesta della Dda milanese sulle infiltrazioni criminali dentro il Meazza è stata condotta dalla divisione Anticrimine e dalla Mobile della Questura e da Gico e Scico delle Fiamme gialle. I reati contestati sono associazione per delinquere, anche con l'aggravante mafiosa, estorsione, fabbricazione di documenti falsi, accesso abusivo a sistemi informatici, lesioni, percosse, rissa, resistenza a pubblico ufficiale. Ieri oltre alle manette sono scattate decine di perquisizioni nelle case dei 30 indagati. Le ordinanze di custodia cautelare sono firmate dal gip Domenico Santoro su richiesta (di giugno) della Procura. Le indagini dei pm Sara Ombra e Paolo Storari e dell'aggiunto Alessandra Dolci hanno riunito quattro diversi filoni intorno alle Curve criminali. Gli inquirenti hanno individuato due organizzazioni distinte. Da un lato il direttivo della Curva Nord interista, i cui membri sono accusati di associazione per delinquere aggravata dalla finalità di agevolare la cosca di 'ndrangheta dei Bellocco. Antonio Bellocco ne era il rappresentante, fino al suo omicidio lo scorso 4 settembre per cui è finito in carcere l'altro capo ultrà Andrea Beretta. Sia Beretta sia il suo vice Marco Ferdico sono considerati promotori dell'associazione nell'attuale inchiesta. Il gruppo criminale nerazzurro è accusato di pestaggi durante le partite, vendite estorsive dei biglietti ad altri gruppi ultrà, fatture false relative al servizio di catering allo stadio, richieste di «pizzo» nei agli ambulanti che vendono panini fuori dal Meazza. Ancora: al gestore dei parcheggi di San Siro (finito ai domiciliari) venivano estorti 4mila euro al mese. Poi c'era il gruppo dei capi rossoneri della Curva Sud, accusati di associazione ma senza l'aggravante mafiosa. Al vertice, Luca Lucci, già condannato per droga in altre vicende, accanto al fratello Francesco, a Christian Rosiello e Islam Hagag, detto «Alex Cologno», questi ultimi due amici e guardaspalle del cantante Fedez (non coinvolto in questa inchiesta), infine Alessandro Sticco detto «Shrek». Sono i veri picchiatori, quelli delle spedizioni punitive dentro e fuori dallo stadio, per ritorsione e su commissione. Per gli inquirenti, taglieggiavano i venditori e i facchini del Meazza, controllavano (insieme al gruppo avversario) anche la vendita di bibite sugli spalti e del merchandising. Quelli della Sud hanno poi allargato i propri affari sporchi fuori dal mondo del calcio, con servizi di bodyguard per i vip ed estorsioni nei locali della movida.

«La passione sportiva per questi personaggi è solo una facciata», ha sottolineato il procuratore capo di Milano Marcello Viola. Scrive il gip: «Sia Beretta che Bosetti palesano reciprocamente il vero motivo che anima il loro affaccendarsi per la Curva: la sete di guadagni. (Beretta: ... lo sai benissimo... io non faccio le cose per lo striscione... a me non me ne frega un emerito ca...!. Bosetti: Ma nessuno lavora per il popolo!. Beretta: Volete andare in curva a cantare Bella Ciao? A me non mi interessa? Capito?)». Nell'ordinanza c'è anche un capitolo dedicato agli scontri per «accreditarsi» in Europa, in particolare relativo alla trasferta di Champions League dell'Inter a San Sebastian, in Spagna. L'11 settembre del 2023 si erano «potuti intercettare i primi segnali dell'intenzione della Curva di realizzare scontri in occasione della trasferta nella penisola iberica - scrive ancora il gip -. Nella circostanza, Marco Ferdico ha informato Bellocco Antonio (che è stato ucciso il 4 settembre da Andrea Beretta) che, in vista dell'evento, aveva deciso che ...

il pullman va fatto di gente giusta, cioè violenta, svelando di ... aver fatto fare dei doppifondi per mettere le armi dentro in modo da superare agevolmente eventuali controlli di polizia, rendendo vane le perquisizioni».

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