MilanoMartina era sedata, quando i medici - su ordine del pm minorile - l'hanno separata dal piccolo Achille, partorito nella notte tra venerdì e sabato scorsi. E ieri, al suo avvocato incontrato in ospedale, la ragazza confida di essere «disperata». «Mi hanno distrutto», le parole della Levato, condannata a 14 anni per le aggressioni con l'acido assieme all'ex findanzato Alexander Boettcher.
«Non ci hanno ancora notificato il provvedimento con cui è stato disposto l'allontanamento», spiega Stefano De Cesare, uno dei legali di Martina. La neomamma, ora, ha due strade davanti a sé: essere mandata temporaneamente all'Icam (la struttura che ospita le madri detenute), oppure potrebbe arrivare un provvedimento definitivo sulle sue sorti e su quelle del bambino. La Procura per i minori ha già avviato l'iter per l'adottabilità («qualunque scelta fa male in un caso come questo, ma la situazione sarebbe stata peggiore nel caso di un allontanamento successivo del bimbo dopo l'incontro con la madre», il commento del pm Annamaria Fiorillo), e l'udienza in camera di consiglio, nel corso della quale i giudici del tribunale per i minorenni prenderanno una decisione, potrebbe tenersi già oggi. Ma quanto successo con Martina Levato, secondo il suo legale, ha un che di inusuale. Simili provvedimenti di allontanamento, sottolinea De Cesare, «di solito vengono presi soltanto se ci sono stati conclamati di tossicodipendenza o alcolismo». «Distrutta» e «disperata», Martina. Mentre fonti ospedaliere raccontano che la ragazza sarebbe apparsa fredda anche dopo il parto e nei giorni successivi. E come i suoi genitori, «delusa e arrabbiata» per la decisione del pm.
Ma in una storia che mischia violenza e follia, crudeltà e perversione (l'ultima delle vittime è proprio il piccolo nato, che inevitabilmente ha già iniziato a scontare le colpe dei genitori), emerge anche il tratto dolce del pubblico ministero che ha rappresentato l'accusa nel processo contro la cosiddetta «coppia dell'acido». Marcello Musso si è presentato ieri alla clinica milanese Mangiagalli con un regalo destinato al figlio di Levato e Boettcher. Un paio di scarpine bianche accompagnate da un biglietto: «ad Achille, con infinita tenerezza per un lungo cammino».
Il magistrato, che nei giorni scorsi prima del parto aveva disposto il trasferimento di Martina nella clinica milanese e che ha avuto il consenso del pm Fiorillo per la visita all'ospedale, ha consegnato il dono per il neonato nelle mani degli operatori dell'ospedale e ha potuto vedere anche il bimbo. «È bellissimo - ha detto Musso -, è importante che il parto sia avvenuto alla Mangiagalli dove è stato curato al meglio. La mia visita? Un atto di solidarietà».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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