L'inchiesta era stata battezzata «Il Botto», e aveva avuto - come spesso accade - una serie di sequel: il Botto 2, 3, eccetera. Nel mirino il business dei falsi incidenti stradali che a Massa tormentava le compagnie di assicurazione, che venivano truffate regolarmente grazie alla complicità di vigili urbani, avvocati, medici legali, periti. Diciannove arresti e centotrenta indagati, un terremoto nella tranquilla cittadina toscana.
A condurre l'indagine, una bionda e tosta pm, Alessandra Conforti, oggi in servizio a La Spezia. Che ora per un cascame di quell'inchiesta si trova a sua volta iscritta nel registro degli indagati della Procura di Torino, con ipotesi d'accusa non da poco: omissione di atti d'ufficio, corruzione, truffa.
A Torino fanno presente che l'iscrizione della Conforti nel registro degli indagati è un «atto dovuto» e che l'indagine è ancora ai primi passi. Ma il dossier è già reso corposo dal materiale allegato alle denunce nei confronti del pm, depositato da un investigatore privato massese che la pm ha arrestato nel corso del primo blitz. E che la accusa, con documenti e foto alla mano, di avere colpito solo in certe direzioni. Tutelando invece i sinistri curati da un giovane avvocato legato a lei da affettuosa amicizia. Il legale è stato iscritto anche lui nel registro degli indagati a Torino, con i medesimi reati della Conforti.
Non è la prima volta che la carriera di Alessandra Conforti - figlia di un alto ufficiale dei carabinieri, già comandante del nucleo per la tutela del patrimonio artistico - registra un inciampo. Il trasferimento da Massa a La Spezia ha infatti portato all'estinzione della procedura di incompatibilità ambientale che il Consiglio superiore della magistratura aveva avviato nei suoi confronti dopo che per lei e per suo marito, Alberto Dello Iacono, anche lui pubblico ministero a Massa, era stata aperta una indagine penale. La storia riguardava dei monili e altri beni sequestrati dai carabinieri locali e spariti nel nulla. Una giovane tenente dell'Arma era finita sotto inchiesta per peculato, ed era emerso che la pm Conforti, sua cara amica, non solo le forniva informazioni e consigli, ma aveva anche inserito un post con l'indicazione «in archivio, grazie» nel fascicolo assegnato al proprio marito, Dello Iacono. Nella seduta del 13 gennaio 2021 il Csm, dopo aver rilevato che nei confronti della pm era stata depositata una richiesta di rinvio a giudizio «di cui non si conosce l'esito», stabiliva che il trasferimento spontaneo a La Spezia era sufficiente a chiudere la pratica.
Ma i veleni massesi, a quanto pare, hanno inseguito la dottoressa anche nella nuova sede. Nella denuncia presentata nei suoi confronti è presente anche una fotografia che la ritrae in spiaggia insieme all'avvocato Ambrosanio, insieme alla testimonianza della titolare dello stabilimento balneare Paraflight «che ha confermato che l'avv. Ambrosanio e la pm Alessandra Conforti hanno l'ombrellone uno affianco all'altro e sono affittuari della medesima cabina. Risulterebbe che tale cabina sia pagata dall'avvocato Ambrosanio o comunque da soggetto a lui riconducibile».
La Conforti non avrebbe dovuto segnalare al Csm una eventuale relazione sentimentale con un avvocato (l'obbligo scatta solo in caso di convivenza) ma il problema è un altro: il trattamento di favore che i sinistri seguiti da Ambrosanio avrebbero ricevuto, secondo la denuncia, da parte della pm.
Almeno due incidenti «erano stati attenzionati dalla dottoressa Conforti» ma «in seguito, nonostante le palesi criticità emerse, non risulterebbe alcuna attività successiva della pm» benché «fossero sovrapponibili ad altri indicati nella medesima indagine». Tutte calunnie? La parola all'indagine della Procura di Torino.
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