Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica Amministrazione, Giorgia Meloni ha indicato come priorità la lotta alla burocrazia.
«Giorgia Meloni, correttamente, ha parlato di riforma della burocrazia, che è vissuta dai cittadini come una sorta di dominio improduttivo dello Stato. La sfida a cui allude è cambiare paradigma, creare un sistema che faciliti il rapporto con i cittadini. Naturalmente non esiste un singolo provvedimento che possa regalare la buona burocrazia, serve un piano di modernizzazione, che anche attraverso la trasformazione digitale semplifichi quell'enorme mole di norme accumulate nel tempo che hanno trasformato la complessità in complicazione».
La nuova frontiera è quella dei controlli sulle imprese?
«Porterò a breve in Consiglio dei ministri il decreto legislativo per la razionalizzazione del sistema dei controlli sulle imprese. Non avrà una logica sanzionatoria, ma collaborativa, di prevenzione degli illeciti. La norma è già passata al vaglio del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari. Abbiamo portato a termine anche una serie di semplificazioni, collegate al Pnrr, in comparti come telecomunicazioni, istruzione, turismo, istruzione. E prima dell'estate arriverà un altro decreto legislativo dedicato alla semplificazione dei regimi amministrativi per gli impianti a energia rinnovabile».
Il Pnrr prevede la digitalizzazione di 600 procedure entro il 30 giugno 2026. A che punto siamo?
«Sono già operative quasi 200 procedure amministrative, in perfetta tabella di marcia e lavoriamo in costante sinergia con gli stakeholder che dovranno poi usufruire o mettere in pratica questa semplificazione».
Lei ha portato come esempio del moloch burocratico gli adempimenti per l'apertura di una falegnameria.
«Sì, fino a oggi servivano 78 adempimenti amministrativi con 23 enti diversi. Con un esborso molto significativo, più di 10mila euro. Lo stesso vale per una gelateria. Un giovane di fronte a questo spesso rinuncia. Siamo intervenuti con il decreto legge semplificazioni collegato al Pnrr per sfoltire in maniera significativa ciò che era ridondante».
Il Ddl Semplificazioni prevede la trasformazione delle farmacie in veri e propri hub di servizi. Perché?
«La pandemia ha mostrato le lacune del nostro Sistema Sanitario nella medicina di territorio. Con questo provvedimento le farmacie diventano presidi di medicina territoriale, luoghi i cui ricevere servizi sanitari per i quali prima ci si doveva rivolgere alla ASL, penso al ciclo vaccinale per gli Over 12, alcuni test diagnostici o la scelta del medico di base. È un modo per avvicinare il sistema sanitario al cittadino».
Qual è l'obiettivo che vorrebbe raggiungere e che darebbe un senso al suo mandato?
«Credo di poter dare un senso al mio lavoro solo concentrandomi sul nostro capitale umano, 3,2 milioni di persone. Il mondo cambia a una velocità vorticosa e dobbiamo essere capaci di comprendere il contesto e cavalcare il cambiamento. Non possiamo abbandonarci all'autoreferenzialità, ma al contrario dobbiamo avere il coraggio di cambiare e superare schemi consolidati ma ormai obsoleti. Questo si aspettano da noi cittadini e imprese. In questi primi 20 mesi di cose importanti ne abbiamo fatte. Abbiamo avviato il portale Pa per le procedure concorsuali portando la durata dei concorsi da 780 giorni a 6 mesi, con l'inserimento di 170mila persone nel 2023. E poi abbiamo rivisto il portale della formazione, a cui tutte le amministrazioni possono accedere, incrementando sensibilmente le ore di aggiornamento.
Il mio desiderio è quello di rendere la Pa attrattiva per le nuove generazioni, capace di sviluppare senso di appartenenza. Credo che le Pa abbiano i numeri per diventare, per dirla alla maniera anglosassone, Best Places to Work, un luogo di lavoro desiderabile e capace di essere motore di sviluppo».
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