Rimodulare rapidamente il Pnrr per orientare gli obiettivi verso la transizione energetica e beneficiare dei fondi aggiuntivi del piano RepowerEu. È stato questo l'oggetto della cabina di regia del Piano nazionale di ripresa e resilienza svoltasi ieri a Palazzo Chigi e guidata dal premier Giorgia Meloni e dal ministro per gli Affari Ue, Raffaele Fitto. Alla riunione hanno partecipato gli altri ministri competenti (Urso, Pichetto, Giorgetti) e le società pubbliche del comparto energetico (Eni, Enel, Snam e Terna rappresentate dai loro amministratori delegati Descalzi, Starace, Venier e Donnarumma). RepowerEu è il piano europeo per fronteggiare le difficoltà del mercato energetico dopo la stretta alle importazioni di gas dalla Russia, ma soprattutto è la leva che si vorrebbe utilizzare a Bruxelles per fronteggiare l'Inflation Reduction Act (Ira) americano, stanziamento da 370 miliardi di dollari per aiutare le imprese Usa a reagire al caro-prezzi.
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ieri ha dichiarato nel corso della riunione che «il nuovo piano consentirà all'Italia di dare un forte contributo alla realizzazione del Piano Mattei al fine di consolidare la diversificazione delle forniture verso una totale eliminazione del gas russo e per far diventare l'Italia hub energetico del Mediterraneo». La ricerca di nuovi approvvigionamenti, testimoniata dalla recente missione in Libia insieme all'ad Eni Claudio Descalzi, e il potenziamento delle infrastrutture sintetizzano la sfida del governo «per rafforzare la sovranità energetica». L'obiettivo, ha spiegato Meloni, è «realizzare un piano che renderà l'Italia più sostenibile attraverso l'aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, la riduzione dei consumi».
RepowerEu e Pnrr dovranno essere perfezionati entro il 30 aprile. Il piano di emergenza energetico europeo aggiungerà al Pnrr 9 miliardi per diversificazione delle fonti, rinnovabili e risparmio. Altri 4 miliardi saranno dai fondi strutturali 2014-2020 non utilizzati, mentre 20 miliardi giungeranno dalle aste Ets per i certificati verdi necessari a validare la riduzione delle emissioni di carbonio (una sorta di tassa europea sulla CO2). I quattro top manager presenti si sono impegnati a indicare a breve al governo i progetti che ritengono prioritari. Non si possono, tuttavia, ignorare gli «elementi di preoccupazione» evidenziati dalla Corte dei Conti nella sua relazione sui rapporti finanziari Italia-Ue, Per quanto attiene i fondi strutturali 2014-2020, i pagamenti a ottobre 2022 erano al 55% contro il 48% di fine 2021.
La cabina di regia sul Pnrr si è svolta nello stesso giorno in cui è iniziata la visita negli Usa dei ministri francese delle Finanze e tedesco dell'Economia, Le Maire e Habeck. «Siamo sul punto di avere questo Ira europeo, questo si giocherà al Consiglio europeo del 9 e 10 febbraio», ha detto Le Maire. Francia e Germania intendono sviluppare il progetto tramite la nuova flessibilità al regime di aiuti di Stato che, però, metterebbe in difficoltà chi, come l'Italia, non ha margini di bilancio.
Parigi, sino a qualche settimana fa, voleva che si creasse un fondo europeo ad hoc, ma la contrarietà tedesca l'ha spinta verso le posizioni di Berlino. Su questa partita, però, Finlandia e Olanda giocano con Roma e non con il tradizionale alleato tedesco. Il rischio di una ennesima spaccatura europea è concreto.
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