Poliziotti o centri di rimpatrio. Le due strade di Giorgia e Cecilia

Ci sono passerelle e passerelle e poi ci sono momenti in cui le passerelle tali non sono ma servono solo a far capire da che parte si sta

Poliziotti o centri di rimpatrio. Le due strade di Giorgia e Cecilia
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Ci sono passerelle e passerelle e poi ci sono momenti in cui le passerelle tali non sono ma servono solo a far capire da che parte si sta. In questi giorni dalla terapia intensiva dove è ricoverato, non ancora fuori pericolo, Christian Di Martino il poliziotto accoltellato giovedì scorso a Milano da un nordafricano irregolare, oltre ai suoi familiari, sono passati in molti. Dal capo della polizia Vittorio Pisani, al ministro del'Interno Matteo Piantedosi, al presidente del Senato Ignazio La Russa ed altri ancora. Due giorni fa a fargli visita è arrivata anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Checchè ne dicano gli oppositori e la pletora populista sui social non sono andati a portare la loro solidarietà per necessità di farsi vedere, per una foto o per un titolo in più sui giornali tant'è che la premier ha elegantemente dribblato la pattuglia di reporter che la aspettava all'uscita. Sono andati al Niguarda per far capire da che parte stanno. Per schierarsi con chi ogni giorno rischia la pelle sulle strade, nelle stazioni, nelle manifestazioni, ai posti di blocco. Con chi troppo spesso è oggetto di insulti e di campagne antagoniste e andrebbe, se non ringraziato, almeno rispettato. E allora le passerelle servono a spiegare con i fatti da che parte ci si schiera, senza troppe distinzioni e senza ambiguità. Nel momento in cui un poliziotto finisce in fin di vita nella terapia intensiva di un ospedale accoltellato da un irregolare già stato in carcere, con 22 alias, con tre provvedimenti di espulsione è importante capire chi sta con chi.

Così c'è chi va a Niguarda, chi non ci va o chi va altrove come ad esempio la capolista del Pd alle prossime europee Cecilia Strada o il candidato di Azione Daniele Nahum che , nelle stesse ore, preferiscono far visita al Centro di rimpatrio di via Corelli invocandone la chiusura. Questione di scelte: altro che passerella...

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