Il potere operaio delle fabbriche ora se lo intasca la Lega. Le ultime elezioni europee rappresentano una vera e propria rivoluzione in termini sociologici. Il 40,3% dei voti arrivati alla Lega, infatti, va intestato a operai e attività affini. Insomma, il dato è molto significativo: rispetto agli anni '70, questa moltitudine di anime che prima votava a sinistra ora si è spostata a destra nella mani di Matteo Salvini.
Come riporta ItaliaOggi, il Carroccio fa il pieno anche tra autonomi, commercianti e artigiani con un totale di 42,2%, e consolida quindi un dato più tradizionali tra le partite Iva.
Il quotidiano fa notare anche un'altra percentuale interessante: si tratta dell'1,7% intascata dal sodalizio La Sinistra. Se si scompone la provenienza professionale del voto si scopre che il 2,6% delle crocette arriva dai ceti elevati. Al contrario, Pd e La Sinistra pescano le percentuali più basse proprio tra gli operai.
Ma il successo della Lega, nonostante il reddito di cittadinanza voluto dai Cinque Stelle, si attesta anche tra i disoccupati. Sempre secondo un'analisi Ipsos che ha misurato la scomposizione del voto tra le categorie professionali, il 20,3% dei disoccupati ha votato Cinque Stelle, mentre ben il 32,6% ha votato per Salvini.
Vincono quindi la richiesta di abbassamento delle tasse mediante flat tax e il pugno duro contro gli irregolari. Appena il 14,9% dei senza lavoro ha invece sostenuto il Pd, un dato al ribasso penalizzato forse dai rigore ai patti dell'Europa sostenuto dal partito.
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