Premierato e autonomia: stretta delle Camere. Oggi primo sì del Senato all'elezione diretta

Dopo risse e tensioni, il centrodestra tira dritto anche sui poteri delle Regioni. Ferrante (Fi): "La sinistra difende lo status quo"

Premierato e autonomia: stretta delle Camere. Oggi primo sì del Senato all'elezione diretta
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Oggi riprende la discussione alla Camera del ddl Calderoli sull'autonomia differenziata. Tempi ancora incerti per il voto finale. Sul disegno di legge pesano le perplessità di Forza Italia sulla mancata esplicitazione dei cosiddetti Lep (livelli essenziali di prestazione).

Un percorso meno incerto avrà invece oggi al Senato il ddl presentato dalla ministra Elisabetta Casellati sul cosiddetto premierato. Questo disegno di legge costituzionale introduce modifiche agli articoli 59, 88, 92 e 94 della Costituzione per l'elezione diretta del premier, il rafforzamento della stabilità del governo e l'abolizione della nomina dei senatori a vita da parte del presidente della Repubblica.

Il voto di oggi arriva al termine di settimane di tensione, prima in Commissione e poi in Aula, culminate lo scorso 13 giugno col l'Aventino di Pd, M5S e Avs che hanno lasciato i banchi del Senato, mentre si votavano gli ultimi articoli del testo. Al centro del disegno di legge la sostituzione dell'attuale meccanismo elettorale con la previsione per gli elettori di esprimere direttamente la propria preferenza per il capo del governo. Servirà però confezionare una legge elettorale su misura. E che potrebbe essere presentata già durante il passaggio del ddl Casellati dal Senato alla Camera.

Dopo la maxirissa alla Camera di mercoledì scorso resta incandescente il clima tra maggioranza e opposizione sull'autonomia differenziata. Oggi riprenderanno i lavori a Montecitorio, mentre parte (non tutta) dell'opposizione scende in piazza per protestare contro quello che hanno definito lo «spacca-Italia». Il primo atto di oggi a Montecitorio dovrebbe essere l'inversione del calendario: prima l'autonomia, rimasta in sospeso dopo il caos in Aula della scorsa settimana, e poi in coda l'esame di un decreto legge sui sindacati militari. L'intenzione è di chiudere questa settimana. Resta il nodo degli ordini del giorno annunciati da Forza Italia, che verranno votati dopo il via libera. «Prima di parlare di qualsiasi ipotesi di devoluzione o di autonomia di poteri alle regioni - chiarisce il portavoce di FI Raffale Nevi - sarà necessario definire dei livelli essenziali di prestazione che devono valere per tutti, da Bolzano a Messina, e finanziarli». L'idea è quella di presentare degli ordini del giorno che vincolano il governo anche se non intaccano il testo della legge in discussione. Su questi sono attesi i pareri del governo, che potrebbe rimettersi all'Aula.

Tra la piazza e le aule parlamentari oggi il Paese si divide.

«Da un lato, chi cerca di riformare, efficientare e stabilizzare l'assetto istituzionale, con premierato e autonomie regionali - commenta l'azzurro Tullio Ferrante -. Dall'altro, in piazza, le forze della conservazione dello status quo, dell'inefficienza, dei giochi di palazzo».

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