«È un primo risultato storico, al quale lavoriamo da tanti anni. Ma ora dobbiamo prepararci a difenderlo perché partirà l'attacco in grande stile».
Enrico Costa, deputato di Forza Italia da sempre in prima linea nelle battaglie garantiste, avverte i supporter della separazione delle carriere: «Estote parati».
Che attacco teme, onorevole Costa?
«Lo schema si ripete a ogni riforma garantista: prima partono gli attacchi dell'Anm, poi le proteste organizzate più o meno eclatanti, fino allo sciopero. Spuntano in tv i magistrati rockstar a evocare spettri di favori alla criminalità. I pm pensionati scrivono editoriali di fuoco, i professori che aspirano alla Consulta in quota sinistra giudiziaria si mobilitano per terrorizzare l'opinione pubblica sugli effetti nefasti della riforma. Il tentativo di resistere, condizionare il Parlamento e spaventare gli elettori in vista del referendum costituzionale sarà massiccio, uno tsunami demagogico, e bisogna essere pronti a confutarlo con argomenti solidi».
Quali argomenti?
«Questa è una riforma di sistema che vuol restituire forza al giudice terzo, e mettere accusa e difesa sul piano di parità sancito dal sistema accusatorio, ma negato nella realtà. Che vede un capovolgimento totale dei ruoli: il giudice è invisibile fino al processo, il pm ha un ruolo strabordante, da padrone assoluto dell'inchiesta. Gli atti di accusa, attraverso un abile marketing di conferenze stampa, ordinanze e intercettazioni passate ai media, si trasformano in sentenza di fatto, molto prima che il giudice emetta quella vera. Che arriva dopo anni e non interessa più a nessuno, anche se spesso ribalta le accuse».
La riforma introduce anche l'Alta Corte disciplinare. Ce ne spiega il senso?
«I magistrati sono l'unica categoria che non paga mai per i propri errori. Su 2000 segnalazioni disciplinari, il 95% viene archiviata de plano, senza neppure una motivazione. Il 5% finisce al Csm, e i tre quarti vengono assolti. Un'anomalia incredibile, a fronte di migliaia di processi che non andavano neppure iniziati o di ingiuste detenzioni. Con la riforma si sottrae alle correnti organizzate il potere di decidere su sanzioni, trasferimenti, promozioni e carriere dei magistrati. Per questo l'Anm si scaglia contro: rischia di perdere il proprio controllo assoluto».
I membri togati dell'Alta Corte verranno scelti per sorteggio: scelta contestata da Anm e sinistra.
«Il sorteggio è una extrema ratio, dopo innumerevoli
tentativi di cambiare le regole elettorali del Csm che non hanno ridotto il peso delle correnti. La cosa più surreale è che a scagliarsi contro sia stato M5s: quello che voleva scegliere per sorteggio anche i parlamentari».
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