Preso Bozzoli: era nella sua villa al lago

Giacomo era nascosto nel cassettone di un letto con 50mila euro in un borsello

Preso Bozzoli: era nella sua villa al lago
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Si è fatto trovare nella sua camera, nascosto nel cassettone del letto matrimoniale. Stava rannicchiato, barba lunga e capelli incolti, tenendo un borsello con dentro circa 50mila euro. Ma quando i carabinieri sono entrati e l'hanno visto lui non ha opposto resistenza. Si è arreso così, dopo undici giorni di latitanza Giacomo Bozzoli, l'ergastolano scomparso il giorno della condanna definitiva della Cassazione per l'omicidio dello zio Mario nel 2015.

È stato arrestato ieri nella sua villa a Soiano del Lago, sulle sponde bresciane del lago di Garda. Una circostanza che si presta a facili ironie. E invece no: il 39enne è rientrato proprio lì dove era partito con la famiglia all'alba del 23 giugno. I carabinieri localizzano dei movimenti tra le mura di casa alle prime ore di ieri, ma solo nel pomeriggio parte il blitz. Per lui le manette scattano alle 17.45, circondato da forze dell'ordine e cimici piazzate nelle ultime due settimane. L'uomo continua a proclamarsi innocente, anche davanti ai militari. «Cercherà di chiedere la rivalutazione del quadro probatorio, ma naturalmente tutto questo potrà avvenire in un secondo momento», spiega il procuratore capo di Brescia Francesco Prete.

Prima bisogna capire cos'ha fatto in questi 11 giorni Bozzoli: voleva fuggire? E dove? Dalla vacanza in famiglia al rientro inaspettato della sola compagna Antonella col figlio, dalle tracce nascoste tra Francia e Spagna al ritorno sulle sponde gardesane - sono ancora tanti i nodi da scogliere. Si pensa che il 39enne possa aver tentato di scomparire, senza riuscirci. E che abbia deciso di costituirsi solo dopo i reiterati appelli di familiari e inquirenti. Anche il padre Adelio, pur ritenendolo innocente, gli aveva chiesto di consegnarsi. E così sembrerebbe aver fatto Giacomo, anche se il procuratore Prete crede «che non avesse intenzione di costituirsi spontaneamente». Proprio quando Interpol e Criminalpol stavano estendendo le ricerche in Sud America e a Capo Verde, proprio poche ore dopo l'interrogatorio protetto a suo figlio di nove anni appena compiuti (che ha confermato la versione della madre). Per Prete il coinvolgimento del bambino nelle indagini potrebbe averlo definitivamente convinto a consegnarsi: «Non è da escludere che lui sia tornato in Italia soprattutto per non perdere i contatti col figlio, per poterlo rivedere. Ma può essere una coincidenza». Di certo la famiglia si era separata il primo luglio, giorno della sentenza. Dopo una tappa a Cannes e una a Valencia Giacomo, Antonella e il loro bambino si erano fermati a Marbella. L'ultima traccia è un video del resort Hard Rock spagnolo, proprio 24 ore prima della condanna. Poi il vuoto, col ritorno inaspettato della 42enne e del figlio. Ma soprattutto ci si chiede: come ha fatto un ricercato internazionale a varcare almeno due confini, a tornare in Italia e ad aprire addirittura la sua porta di casa senza che nessuno lo vedesse, lo riconoscesse, lo fermasse? Si sa che Bozzoli è partito per rientrare nel suo Paese tre o quattro giorni dopo l'arrivo della famiglia alla stazione centrale di Milano. Nel suo viaggio di ritorno usa mezzi di fortuna, noleggia alcune auto tra Spagna e Francia. Non prende mezzi pubblici, non guida più la sua Maserati con la quale era partito il 23 giugno. Ma per capire quali fossero le reali intenzioni bisognerà aspettare l'interrogatorio.

Una cosa è certa, Giacomo Bozzoli festeggerà il suo 39esimo compleanno il prossimo 19 luglio dietro le sbarre di Canton Mombello, una delle carceri più sovraffollate d'Italia. Sulla latitanza, invece, il procuratore di Brescia rispedisce le accuse al mittente: «L'ordine di carcerazione è del primo luglio, non abbiamo perso tempo.

Prima era un uomo libero. Gli uffici giudiziari hanno rispettato la procedura». E allora, se davvero Bozzoli non voleva costituirsi, o è il peggior latitante di sempre o la giustizia italiana è stata molto fortunata - verrebbe da dire.

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