Il settore degli affitti brevi in Italia si appresta a subire una significativa trasformazione con l'introduzione del Codice identificativo nazionale (Cin). A partire dal primo settembre, terminerà la fase sperimentale in sette Regioni e il sistema entrerà in piena operatività. Circa 500mila locazioni, ha riferito Il Sole 24 Ore, saranno esaminate dall'Agenzia delle Entrate per combattere il sommerso, con severe sanzioni per chi non rispetta le nuove normative. Le piattaforme di affitti come Airbnb e Booking hanno promesso di non pubblicizzare annunci privi di Cin.
Finora, la sperimentazione ha coinvolto Puglia, Veneto, Abruzzo, Calabria, Lombardia, Marche e Sicilia, e da poco anche Sardegna, Liguria e Molise. Altre Regioni seguiranno e tutte sono chiamate ad avviare la fase di prova entro agosto. Al momento, circa 16mila Cin sono stati registrati nelle banche dati, con la Puglia al primo posto con oltre 6mila codici, seguita da Veneto e Lombardia (circa 3mila codici a testa). La transizione al sistema nazionale non sarà automatica. Le Regioni dovranno prima garantire l'interoperabilità tra i loro sistemi e quello nazionale. Solo allora gli utenti potranno richiedere un Cin provvisorio, che diventerà definitivo con la piena operatività della banca dati.
Il ministro del Turismo, Daniela Santanchè (foto), ha sottolineato lo sforzo compiuto per armonizzare le normative e i sistemi tecnologici di 19 Regioni e due Province autonome.
Questa collaborazione mira a contrastare l'abusivismo e migliorare la qualità dei servizi turistici, proteggendo i consumatori. Dal 2025 le sanzioni diventeranno effettive con multe fino a 5mila euro per chi pubblicizza le strutture senza Cin (8mila euro in caso di affitto senza codice).
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