Primarie, la paura dem è che votino in pochi ma Schlein spera in un miracolo nelle città

Bonaccini sempre favorito per i sondaggi. Furto dello zaino alla deputata

Primarie, la paura dem è che votino in pochi ma Schlein spera in un miracolo nelle città

L'equazione è questa: se l'affluenza aumenta, Elly Schlein può recuperare. A due giorni dall'elezione del successore di Enrico Letta (che intanto ha fatto sapere che da lunedì la sua vita continuerà «normale»), l'aria in casa Pd è tutta qua. Stefano Bonaccini resta il favorito assoluto, come il sondaggista Antonio Noto ha più che confermato, ma una certa curiosità sul dato della Schlein c'è. L'outsider o l'underdog, direbbero gli anglofoni, deve sperare in un improvviso «sentimento popolare». Quello che il Pd sembra davvero lontano dal poter suscitare. Comunque sia, all'ex vice di Bonaccini in Emilia Romagna hanno rubato lo zaino in treno. «Lo prego di restituirlo in qualche modo, di lasciarlo da qualche parte che sia trovabile», ha scritto via social. E ancora: «Non tanto per il computer -mica m'illudo- ma per i taccuini dove ho raccolto testimonianze e voci incrociate in questo lungo viaggio, i miei occhiali, la borraccia, le lettere che alcuni di voi mi hanno consegnato con le loro speranze e proposte, da Sud a Nord. Quelle mi dispiace tantissimo perderle». Sembrano scene da Interrail ma i dem ci hanno abituato al giovanilismo elettorale (ecologismo da borraccia incluso).

D'altro canto il governatore dell'Emilia Romagna, intervistato da Claudio Brachino per Italpress, distribuisce beau geste: «Credo molto all'idea dell'unità, che non vuol dire togliere le differenze. Se diventerò segretario domenica sera, chiederò una mano ad Elly Schlein, così come a Paola De Micheli e a Gianni Cuperlo», ha dichiarato. Bonaccini, che sa di essere a un soffio della vittoria, sembra così scartare l'idea di un ticket con la Schlein, preferendo un'impostazione più collegiale. Si vedrà. Certo è che lo stato di salute piddino sarà fotografato anche dalla partecipazione: se a votare domenica andasse meno di un milione di persone, il segnale sarebbe pessimo. E al Nazareno lo sanno.

Intanto è spuntata l'espressione «partito partigiano», da porre accanto a «partito del noi». A coniarla è stata il sindaco di Marzabotto Valentina Cuppi, che sta sostenendo la candidata «donna e femminista». Le novità sostanziali di giornata sono in fin dei conti due: il saluto di Enrico Letta, che ha deciso di trascorrere l'ultimo giorno da segretario rimarcando il sostegno all'Ucraina, presso l'ambasciata, e la quadra trovata sulle bandiere presenti il giorno del voto. Dovrebbero essere due-tre: quella della pace, secondo la richiesta dei circoli Arci, quella della nazione guidata da Volodymyr Zelensky e quella dei dem. Difficile non notare una certa confusione ideologico-geopolitica ma di questi tempi scontentare qualcuno al Pd conviene poco. Così meglio un melting pot di simbologie varie.

Bonaccini chiuderà la sua campagna elettorale a Bologna, mentre la Schlein ha scelto Palermo.

L'inseguitrice, che ha già chiuso davanti a Roma e a Milano, confida molto nei risultati che arriveranno dalle grandi città: è lì che potrebbe verificarsi un insperato ribaltone. Ma le rilevazioni, sino a questo momento, hanno consentito al governatore emiliano di dormire tranquillo.

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