Davvero i neogollisti francesi hanno poche chance di arrivare al ballottaggio contro Emmanuel Macron? Sul serio, stando alla sondaggistica, le presidenziali del 10 e 24 aprile hanno un esito già tracciato, con Les Républicains troppo indietro rispetto al capo dello Stato, a Marine Le Pen e al «terzo incomodo» Éric Zemmour per aspirare all'Eliseo? A guardare i risultati delle scorse regionali, sembrerebbe il contrario. Ma senza una conta interna che ristabilisca il baricentro del gradimento della base, sui singoli, potenziali candidati, è difficile far ipotesi compiute.
Via dunque, ieri alle 8, a un congresso da alcuni temuto, da altri voluto: scrutinio elettronico in due turni, con «incoronazione» attesa per sabato. I 5 pretendenti sono l'ex caponegoziatore per la Brexit Michel Barnier, l'uomo della virtuale pacificazione; Xavier Bertrand, il più votato alle regionali di giugno, rieletto presidente in Hauts-de-France; Valérie Pécresse, pasionaria della destra confermata governatrice dell'Île-de-France: promette «ordine» e sicurezza, nel Paese e sul fronte economico; Éric Ciotti, gollista duro e puro, unico in corsa ad aver difeso l'estraneo Zemmour, denunciando l'odio della sinistra antagonista; e Philippe Juvin, sindaco e medico che ha preso in mano la battaglia anti-Covid nei faccia a faccia tv.
I 5 moschettieri orfani del «Re» Sarkozy, oggi consulente occulto di Macron più che padre nobile dei Républicains, peraltro da lui «battezzati» dopo aver messo in soffitta l'Ump, hanno sviluppato idee (diverse) in 4 dibattiti. Differenze marcate, in un partito che ha vissuto di correnti, che oggi non ne ha una dominante sulle altre. Come uscirne? Pécresse e Bertrand si sono sganciati da tempo dal cartello-madre. Eppure la base li ha votati nelle regioni. E hanno accettato il congresso «di famiglia». Favorito dei sondaggi nazionali, è Bertrand, ex ministro di Sarko. Pécresse segue il solco del «padre nobile», di cui è stata pure lei ministro, vantando l'ipotesi di una donna presidente alternativa a Le Pen. La linea dura di Ciotti potrebbe però sedurre i più radicali del cartello LR. Come si sceglie il nome del centrodestra? Da casa o in piazza: 100 gazebo con pc in tutto l'Esagono e processo affidato alla piattaforma Neovote. Il primo round si chiude oggi alle 14: si qualificheranno al secondo i due più votati. Per settimane si è discusso se confrontarsi con chi aveva lasciato la «famiglia», pur restando volano neogollista da battitore libero (Bertrand e Pécresse).
La formula on line ha messo d'accordo i 5, pronti a sostenere il vincitore. Cercasi dunque candidato unico in un partito vivace, capace di mobilitare iscritti e simpatizzanti. In vista del congresso, adesioni raddoppiate: 139.918
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