I Pro life italiani sono sul piede di guerra contro la neo presidente della Commissione Ue, la tedesca Ursula Von der Leyen.
Scelta il 2 luglio 2019 dal Consiglio europeo dei Capi di Stato e di Governo alla più alta carica istituzionale europea, la Von der Leyen, che viene fatta passare sui mass media come di "stretto credo cristiano democratico", è accusata di essere su posizioni estremamente progressiste in materia di adozioni per omosessuali e in merito alla cosiddetta teoria del gender.
Attraverso un comunicato stampa congiunto l’Ufficio Stampa di Pro Vita & Famiglia e del Congresso Mondiale delle Famiglie ha messo in guardia i cattolici italiani dalle posizioni omosessualiste della politica tedesca.
Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente del Congresso Mondiale delle Famiglie e di Pro Vita & Famiglia, hanno sottolineato nel loro comunicato che la nuova presidente della Commissione Ue è stata in Germania ministro per la Famiglia con posizioni "pro Gender Mainstreaming", vale a dire quell’impostazione ideologica che cerca di cancellare "la distinzione sessuale tra uomo e donna e l’eterosessualità come norma". Secondo i Pro Vita, la Von der Leyen sarebbe stata anche obbligata, dopo accese polemiche, a togliere dalla circolazione un libro che proponeva, tra le altre cose, "giochini erotici esplorativi fra genitori e figli".
Brandi e Coghe hanno inoltre rilevato che la donna si è "distinta per le posizioni progressiste in materia di adozione per le coppie omosessuali" e si è fortemente impegnata per diffondere "a tappeto la teoria del gender fin dalla scuola". Il fatto che la neo presidente della Commissione Ue abbia sette figli (nati tra il 1987 e il 1999) non ha colpito più di tanto i pro-life di Pro Vita & Famiglia, sebbene alcune realtà associative cattoliche, che cercano di occuparsi della difesa della famiglia naturale, abbiano esultato per la sua nomina, proprio per questo alto numero di figli. In realtà, secondo i due organizzatori del recente Congresso Mondiale delle Famiglie tenuto a Verona, anche lo stesso Papa Francesco aveva spiegato che "essere cattolici non significa fare figli come conigli, per non parlare dell’attacco che ha lanciato alla teoria gender come ‘espressione di frustrazione e rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa’".
Nel Bundestag tedesco la Von der Leyen ha votato, a fine giugno 2017, per il cosiddetto "Ehe für alle", il "matrimonio per tutti". Da ministro della Difesa tedesca la Von der Leyen si è lamentata sia delle presunte discriminazioni nell’esercito teutonico nei confronti di gay e transessuali, sia del loro "esiguo numero tra le truppe".
Questi suoi impegni in difesa dell’agenda Lgbt hanno portato Brandi e Coghe a smorzare i toni di entusiasmo per la sua elezione al vertice della Ue. "Invitiamo tutti a riflettere prima di stappare lo champagne".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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