Nessuno sconto. Giorgia Meloni, nell'intervento che chiude la Festa di Atreju al Circo Massimo, si toglie alcuni sassolini dalle scarpe, affila le armi dialettiche e risponde colpo su colpo a una serie di attacchi ricevuti nelle ultime settimane.
Nel mirino entrano leader presenti, passati e (forse) futuri del centrosinistra. Il primo pensiero - senza citarla - va alla segretaria del Partito democratico Elly Schlein e alla sua difficoltà di fare di conto. «Con questo governo c'è lo stanziamento per la sanità più alto di sempre - ricorda la premier -. Il calcolo non è difficile, si fa perfino senza ricorrere all'uso della calcolatrice. L'aumento è di dieci miliardi negli ultimi due anni. Prima dell'arrivo di questo governo, quando c'erano quelli che ora dicono che non spendiamo abbastanza, negli ultimi quattro anni il fondo sanitario era aumentato di otto miliardi. Con quale faccia dicono che non abbiamo fatto bene? La calcolatrice serve a voi. Che poi a essere esatti non sono nemmeno dieci miliardi bensì dodici, dal momento che vanno aggiunti quelli degli accordi di coesione e 750 milioni di euro dalla revisione del Pnrr».
Meloni dirige poi i suoi strali in maniera più diretta verso la leader dem, facendo riferimento al caso Stellantis. «Il Partito democratico non l'abbiamo visto arrivare. A Elly Schlein si inceppa la lingua quando deve dire la parola Stellantis, ma forse è impegnata nell'antifascismo, nei balli sul carro del gay pride o a rappare».
Il secondo affondo è diretto al segretario della Cgil Maurizio Landini. «Gli argomenti di Landini sono deboli e cerca di coprirli alzando i toni - spiega la premier -, gli scioperi non li fa per aiutare i lavoratori bensì la sinistra. Soltanto che, da molto tempo ormai, chi aiuta la sinistra non aiuta i lavoratori», anche perché «in Italia adesso è solo la destra a difendere i lavoratori».
Nel mirino della leader di Fratelli d'Italia c'è anche lo scrittore Roberto Saviano. Anche per l'autore di Gomorra la Meloni non risparmia frecciatine. «Abbiamo buttato fuori la camorra dalla gestione delle domande per i nulla osta dei migranti regolari così come abbiamo buttato fuori i camorristi che occupavano le case popolari a Caivano e anche qui i complimenti dei guru dell'antimafia alla Roberto Saviano li aspettiamo domani. Fosse mai che non ci sia più nulla su cui fare una serie televisiva milionaria».
Uno strale puntuto viene indirizzato agli artisti schierati a sinistra, ricordando il precedente statunitense. Contro il decreto sicurezza vedo «tanta mobilitazione di cantanti e attori. Una mobilitazione che più o meno avrà gli stessi risultati di quella fatta dagli attori di Hollywood contro Donald Trump», dice con un pizzico di sarcasmo. La premier ricorda poi alcune «frasi celebri» pronunciate contro di lei. «Ipse dixit Elly Schlein: Con Meloni l'Italia è isolata in Europa. Ipse dixit Giuseppe Conte: Il fallimento della Meloni significa relegare l'Italia in panchina. Ma soprattutto ipse dixit Romano Prodi che ha detto: «L'estabilishment adora Meloni perché obbedisce».
«Voglio dire a Prodi che diverse cose che ha fatto nella sua vita, dalla svendita dell'Iri a come l'Italia entrò nell'Euro, passando per il ruolo determinante nell'ingresso della Cina nel Wto, dimostrano che di obbedienza se ne intende parecchio».
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