Prodi vuole rifondare l'Europa: "Altrimenti l'Ue muore d'inedia"

Per risolvere qualsiasi problema, la ricetta dell'ex premier è sempre la stessa: più Europa. Ma dimentica tutti i flop di Bruxelles

Prodi vuole rifondare l'Europa: "Altrimenti l'Ue muore d'inedia"

"L’Europa è in uno stato terribile. Nessuno dei grandi problemi è stato affrontato con spirito europeo. Né la Grecia né l’immigrazione". Romano Prodi torna alla carica per difendere la "sua" Europa e propone un summit "largo" con i Paesi dell'Unione, le istituzioni europee e con in più i grandi partiti politici: "Bisogna ricominciare a parlare di politica perché così l’Europa muore di inedia. Muore perché le altre economie corrono e noi non siamo capaci nemmeno a decidere sulle cose che riguardano casa nostra". In primis sull'Ucraina, dove l'ex premier riconosce "un ruolo dominante degli Stati Uniti".

In una lunga intervista ad Avvenire, Prodi sostiene che "l'Europa arranca e senza vere novità dobbiamo rassegnarci a non crescere". Sulla crisi economica che ha investito la Grecia, a suo dire, "il problema non è stato affrontato in maniera definitiva: abbiamo evitato il peggio e abbiamo fatto il male. Il debito non potrà mai essere pagato; il problema si ripresenterà in futuro perché una cosa sono le aspirine, un’altra sono gli antibiotici", dice Prodi secondo cui "anche sulla Grecia non c’è stato un dialogo collettivo", ma "uno sterile scontro di dottrine". Adesso, prosegue l'ex premier, "sta emergendo una dottrina nuova, sta venendo avanti una certa tentazione di togliere potere alla Commissione per ridarla agli Stati membri". "Mi chiedo se nel profondo dell’opinione pubblica tedesca non stia emergendo l’ipotesi che la Germania ce la possa fare da sola - continua nell'intervista ad Avvenire - le decisioni che contano sono sempre più estranee all’Europa e sempre più concentrate sulla Germania".

In Europa, evidenzia Prodi, "sono tutti leader 'barometrici', con visione corta, che si fanno guidare dai sondaggi, incapaci di ragionare sul futuro". Ne è un esempio l’immigrazione: "Un problema drammatico e serio, che non viene mai affrontato tenendo conto degli assestamenti di lungo periodo". Per l’ex premier la soluzione è "mettere tutti attorno a un tavolo". In questa partita, sottolinea, "non è possibile giocare su due tavoli: dare vita a un nuovo pressing per un governo di pacificazione e ragionare sulla possibilità di armare il governo di Tobruk o di intervenire militarmente in Libia". Prodi denuncia, quindi, il "montare di una mistura di populismi. Il populismo di destra su ordine e immigrazione si lega a un altro populismo, questa volta di sinistra, su temi anti-casta o come il reddito minimo.

La maestra di questa dottrina è Marine Le Pen, ma in Italia c’è chi segue lettera per lettera quella lezione. Il populismo segue le due grandi paure: quella per la sicurezza e quella per l’economia. E se qualcuno riesce a mettere insieme i due temi, vince".

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