Un giardino all'inglese dove fioriscono le magnolie, tra le rovine della chiesa del Santo Sepolcro e del convento delle beghine. È il parco di Schöntal ad Aschaffenburg in Baviera, un idillio romantico che ieri si è tramutato nel teatro dell'orrore, con un lupo a caccia di bambini come in una favola dei fratelli Grimm. La belva è un profugo afghano di 28 anni, Enamullah O., che ha seguito un gruppo di cinque bimbi di un asilo nido, accompagnati nel parco da due educatrici, per poi aggredirli con un coltello da cucina. La lama ha strappato la vita a un bambino di soli due anni, di origine marocchina, e a un 41enne tedesco accorso a fermare l'aggressore. Feriti gravemente una bimba di due anni con origini siriane e un 72enne tedesco, mentre una delle educatrici si è fratturata un braccio cadendo mentre fuggiva.
Per il ministro dell'Interno bavarese, Joachim Hermann, non vi è «alcuna prova» di un movente islamista e si presume «molto fortemente» che O., arrestato poco dopo aver colpito, sia stato spinto da «un'evidente malattia mentale». L'afghano, che sarebbe un consumatore di sostanze stupefacenti, è stato infatti in cura per problemi psichici e ha commesso vari reati. Secondo un testimone, O. sarebbe uno degli spacciatori di droga del parco di Schöntal, classificato dalla polizia come luogo in parte pericoloso a seguito di aggressioni e rapine legate al commercio di sostanze stupefacenti. Tuttavia, mentre si ricostruiscono movente e profilo di O., appare drammaticamente chiaro che gli accoltellamenti di Aschaffenburg sono un'ulteriore prova del fallimento sistemico del modello di immigrazione tedesco, culminato di nuovo in tragedia. Ancora una volta, un profugo doveva essere espulso, ma è rimasto in Germania per motivi da chiarire.
O. era arrivato in territorio tedesco a novembre del 2022 e aveva presentato domanda di asilo nel dicembre del 2023. Poco più di un mese fa, l'afghano aveva comunicato alle autorità di voler lasciare volontariamente la Germania. La procedura di asilo era, quindi, stata interrotta e al profugo era stato richiesto di partire. Non è noto perché O. sia rimasto in un centro per richiedenti asilo di Alzenau, forse per ulteriori cure dei suoi problemi mentali. È, invece, evidente la rabbia del cancelliere Olaf Scholz per questo nuovo episodio di violenza commesso da un immigrato a quasi un mese alle elezioni anticipate in Germania del 23 febbraio. Candidato per un secondo mandato, l'esponente della Spd ha pubblicato su X un messaggio dai toni sorprendentemente accesi in cui gli accoltellamenti di Aschaffenburg vengono condannati come «inconcepibile atto di terrore». Soprattutto, Scholz si dice «stanco» delle violenze commesse «ogni due settimane» da autori «venuti da noi per trovare protezione». Secondo il cancelliere, questa è «una falsa idea di tolleranza del tutto fuori luogo». Le autorità devono «chiarire rapidamente perché l'attentatore fosse ancora in Germania» e «le conseguenze devono essere immediate, non basta parlare».
Più diretta Alice Weidel, candidata cancelliera del partito di estrema destra Afd: «Remigrazione adesso!».
Tuttavia in una Germania sempre più instabile dove l'immigrazione ora fa paura, più della rabbia dei politici risuona la preghiera mite pronunciata dal vescovo di Würzburg, Franz Jung, dopo gli omicidi nel parco di Schöntal: «Chiediamo a Dio la pace ad Aschaffenburg e nella nostra società».
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