«Dopo aver chiesto l'intervento delle truppe di Mosca, la Crimea, abitata in maggioranza da russi, si è autoproclamata indipendente con un referendum ed è stata annessa alla Russia». Sembra dettato dall'ufficio stampa del Cremlino questo passaggio di un libro di testo (Vivi la geografia, edito da Zanichelli) destinato agli studenti delle scuole secondarie (le ex medie) italiane. Ma è solo l'esempio più macroscopico di un fenomeno più vasto e inquietante. Un gruppo di attiviste ucraine, che si erano accorte di incredibili distorsioni della verità storica a favore del punto di vista russo, si sono rivolte alla giornalista italo-ucraina Irina Cascei, che ha condotto un'analisi su 13 testi adottati nelle scuole italiane. I risultati sono sconcertanti: 12 di questi descrivono la storia (ma anche la geografia) secondo la linea di Putin.
C'è tutto l'armamentario della propaganda putiniana che giustifica la sua aggressione all'Ucraina. Mappe del 2018 in cui (27 anni dopo la fine dell'Unione Sovietica) si mostra una «regione russa» (il Russkij Mir' di cui parla il Cremlino) nei cui confini rientrano non solo l'Ucraina indipendente, ma pure le tre Repubbliche baltiche che da ben oltre un decennio avevano liberamente aderito all'Unione Europea e alla Nato: una regione «dominata dalla cultura russa ma in cui ci sono tante minoranze culturali ed etniche» (tra cui evidentemente gli ucraini, che secondo Putin, infatti, non hanno diritto di definirsi un popolo); narrazioni di conflitti etnici tra ucraini e russofoni (direttamente definiti «russi») che non si sono mai verificati; un'insistenza capziosa sulla povertà dell'Ucraina e sulla «accoglienza» della società russa; un'incredibile sottolineatura della presunta volontà del regime sovietico di favorire la pace interetnica.
Nessun testo spiega che quella nel Donbass non è una guerra civile, ma piuttosto una guerra per procura scatenata da Putin con l'obiettivo di destabilizzare l'Ucraina per poi annetterla. Nessuno cita la violazione palese del diritto internazionale nel caso della Crimea. E nessuno ricorda che nel 1994 la Russia aveva garantito a Kiev il rispetto della sua sicurezza e integrità territoriale in cambio della cessione a Mosca dell'arsenale nucleare che l'Ucraina deteneva come quota di quello sovietico sul suo territorio.
Il ministero dell'Istruzione e del Merito ha annunciato propri accertamenti, ben accolti dal presidente dell'Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli.
Quanto al caso specifico di Vivi la geografia, Zanichelli precisa che il testo era stato pubblicato nel 2021, prima dell'invasione russa dell'Ucraina, che la casa editrice non sostiene alcun regime, che nella prossima edizione verrà modificato il racconto chiarendo le responsabilità di Mosca e che comunque il loro testo precisava che l'annessione della Crimea non era stata riconosciuta dalla comunità internazionale. Rimane il fatto che il racconto tuttora offerto ai giovanissimi studenti italiani propone il punto di vista di Putin come se fosse oggettivo.
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