Proposta di legge dei grillini: "Abolire il canone Rai". Ma la Società è contraria

Il testo è stato presentato dalla deputata Maria Laura Paxia per equiparare la Rai alle televisioni private. L'amministratore delegato Fabrizio Salini ha detto che il servizio pubblico è già penalizzato

Proposta di legge dei grillini: "Abolire il canone Rai". Ma la Società è contraria
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Abolire il canone Rai e sostituirlo con un gettito che consenta al servizio pubblico radiotelevisivo “di avere un bilancio e di lavorare bene”. É il senso della proposta di legge depositata alla Camera dalla deputata grillina Maria Laura Paxia, membro della commissione di Vigilanza Rai. Da Viale Mazzini è arrivata una risposta negativa perché si tratta di un’idea “impraticabile”, come sottolineato dal consigliere indipendente del consiglio di amministrazione, Riccardo Laganà.

Come riporta La Stampa, Paxia ha sottolineato che l’obiettivo della sua proposta di legge è quello “di equiparare la Rai alle televisioni private. Niente canone ma accesso libero alla pubblicità senza i limiti in vigore oggi. Ritengo giusto che l'Azienda pubblica - ha proseguito la deputata dei 5 Stelle - punti sulla qualità del servizio non potendo più finanziare i maxi stipendi con i soldi dei cittadini”. Paxia ha spiegato che in questo modo verrebbe modificato il finanziamento del servizio pubblico attraverso la sostituzione del canone con un gettito. Secondo la deputata, tale gettito verrebbe ricavato dall’imposta sui servizi digitali, da una tassa sui ricavi delle emittenti radiofoniche e televisive diverse dalla Rai e, in piccola parte, da un’imposta sui ricavi delle emittenti a pagamento, anche analogiche. E ha aggiunto che ogni anno sarebbe compito del ministero dello Sviluppo economico e di quello delle Finanze stabilire l’ammontare delle varie imposte.

La proposta di Paxia è stata bocciata da Laganà. Il consigliere ha spiegato che “inserendo il sostegno alla Rai nella fiscalità generale la si renderebbe dipendente dai governi di turno, asservita alle decisioni politiche e loro strumento di propaganda. Il canone certo - ha continuato - è garanzia di indipendenza economica dunque politica”. Laganà ha precisato inoltre che togliendo il tetto pubblicitario alla Rai, come voluto da Paxia, si andrebbe a rovinare tutto il mercato televisivo. E ha evidenziato che senza questo tetto si rischia di intaccare le risorse agli altri operatori del settore televisivo, radiofonico e della carta stampata, impoverendo il mercato delle piccole emittenti. Sulla stessa linea d’onda, l’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini, che ha parla di proposta “irricevibile” e ha evidenziato che il servizio pubblico è già penalizzato.

I 5 Stelle non sono comunque soli nella loro proposta.

Anche il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che ha definito anacronistico il canone televisivo in un’epoca digitale. Stesso discorso per Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e membro della commissione di vigilanza Rai, il quale ha avviato una petizione sulla piattaforma Change.org per la riduzione del canone.

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