Pugno duro del Cremlino sull'informazione Bbc cacciata, oscurati Facebook e Twitter

Stop ai due social. Firmata la legge con pene fino a 15 anni per chi diffonde notizie "false". È fuga di network e reporter stranieri

Pugno duro del Cremlino sull'informazione Bbc cacciata, oscurati Facebook e Twitter

Berlino. La notizia è pubblicata sul sito del Roskomnadzor, il Servizio federale russo per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa: «Il 4 marzo 2022 è stata presa la decisione di bloccare l'accesso alla rete Facebook nella Federazione Russa». Ore dopo è arrivato il blocco di Twitter. La stretta sui social media più diffusi al mondo è una delle ultime misure volute dal presidente russo Vladimir Putin cercare di bloccare il flusso di informazioni sull'invasione dell'Ucraina o secondo la vulgata del Cremlino sull'operazione per «denazificare e demilitarizzare» l'ex Repubblica sovietica e per reprimere ogni dissenso. Il giro di vite non è solo in rete. Accesso limitato anche per la tedesca Deutsche Welle, per la Bbc, per la piattaforma russe Meduza, e per Svoboda, il portale in lingua russa di Radio Free Europe, finanziata dagli Usa.

Per completare il quadro, il Parlamento russo, la Duma, ha approvato all'unanimità una nuova norma del codice penale per punire con sanzioni pecuniarie e il carcere fino a 15 anni coloro che diffondano notizie «false» sulle attività dei militari russi. Conseguenze diretta e immediata delle novità legislativa è stata la fuga dal territorio della Federazione Russa delle principali testate straniere. La Bbc ha così annunciato uno stop «temporaneo» alle attività dei suoi giornalisti e del personale tecnico in Russia. Il direttore generale della storica emittente britannica, Tim Davie, ha osservato che queste norme «criminalizzano il giornalismo indipendente. La sicurezza del nostro personale è fondamentale e non siamo disposti ad esporli al rischio di procedimenti penali semplicemente per aver svolto il proprio lavoro». Bbc News in russo sarà comunque prodotto dall'esterno del Paese. La nuova stretta e il recente bombardamento da parte dei russi di una torre per le telecomunicazioni a Kiev ha invece spinto la Bbc a ripristinare il proprio servizio a onde corte in Russia e in Ucraina, dismesso nel 2008. A lamentarsi dei servizi targati Londra, riporta il Guardian, era stata la stessa portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, per cui la Bbc «svolge un ruolo determinante nel minare la stabilità e la sicurezza russa».

Per i tanti russi scesi in strada dall'inizio delle ostilità c'è dunque il rischio di finire dietro le sbarre, magari in compagnia di Aleksej Navalny, uno degli oppositori del Cremlino, che è stato avvelenato in Siberia, salvato per il rotto della cuffia dai tedeschi e che al suo rientro in patria è stato arrestato per appropriazione indebita. Secondo gli attivisti per i diritti umani di Ovd-Info sono 8.242 mila russi che sono già stato fermati dalla polizia dallo scorso 24 febbraio. Fra loro si conta anche l'80enne Yelena Osipova, presa in consegna da due poliziotti in tenuta antisommossa: il video del suo fermo è circolato in rete, trasformando l'anziana donna in uno dei simboli del movimento contro la guerra. Gli stessi media russi si sono dovuti adeguare alle nuove norme: il periodico russo indipendente Novaya Gazeta ha eliminato una parte dei suoi contenuti legati all'Ucraina per evitare di essere sanzionata. «Siamo obbligati a cancellare molti contenuti, ma abbiamo deciso di continuare a lavorare», hanno fatto sapere.

Con la nuova stretta contro i giornalisti e ogni forma di dissenso il regime russo riconosce che i tempi sono duri. E dunque «non è il momento di dividersi - ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov -. È il momento di unirsi nostro presidente».

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