"Puigdemont è in arresto". Scontri e feriti a Barcellona

La fuga del leader indipendentista finisce ad Amburgo. È in carcere e cerca di evitare l'estradizione in Spagna

"Puigdemont è in arresto". Scontri e feriti a Barcellona

Arrestato. Il vagabondaggio senza speranza da un angolo all'altro d'Europa di Carles Puigdemont, l'ex presidente della Generalitat catalana inseguito dalla giustizia spagnola, si è concluso ieri in Germania, dove è stato dato seguito al mandato internazionale di arresto emesso dalla Procura spagnola dopo la sua incriminazione per l'organizzazione del referendum sull'indipendenza della Catalogna. Puigdemont è stato individuato mentre viaggiava a bordo di un'auto sull'autostrada A7 poco lontano da Amburgo: aveva varcato la frontiera dalla Danimarca, dopo che il suo viaggio sembra con destinazione il Belgio dove si era rifugiato dallo scorso 30 ottobre era cominciato venerdì sera in Finlandia. Un giro dell'oca improduttivo. Sembra che siano stati agenti segreti spagnoli a segnalare la sua posizione alla polizia tedesca, che l'ha arrestato e trasferito nel carcere della vicina città di Neumünster. Immediatamente è stata data comunicazione al governo di Madrid dell'avvenuta presa in custodia dell'ex presidente catalano, che dovrebbe comparire già oggi davanti a un tribunale tedesco.

Puigdemont si trova in compagnia dei suoi avvocati, secondo i quali il loro assistito aveva intenzione di consegnarsi alle autorità belghe. È possibile che questo sia vero, a meno che non sia una coincidenza la decisione di un'altra esponente secessionista catalana destinatario di un mandato di arresto europeo, l'ex consigliera per l'Istruzione Clara Ponsatì i Obiols, di consegnarsi alle autorità della Scozia dove aveva trovato rifugio.

Una cosa certa è che essere stato arrestato in Germania non è positivo per Puigdemont. L'ordinamento tedesco, infatti, è molto simile a quello spagnolo in tema di alto tradimento e sovversione dello Stato, e quindi le probabilità che l'estradizione richiesta da Madrid venga concessa sono molto alte. Ciò nonostante, secondo il giornale locale tedesco Kieler Nachrichten, sembra che Puigdemont voglia tentare di chiedere asilo politico in Germania. Il suo legale Jaume Alonso-Cuevillas ha detto di non considerare inevitabile l'estradizione e di voler puntare sulla politicizzazione del caso, che farebbe venir meno i diritti di Puigdemont. In generale, la sinistra tedesca è contraria alla sua estradizione.

La procedura sull'ordine di arresto europeo prevede l'attuazione entro un tempo massimo di sei mesi salvo situazioni eccezionali, ma il tutto potrebbe concludersi anche in dieci giorni se Puigdemont non si opponesse. Una volta consegnato alle autorità spagnole, Puigdemont rischia, insieme con i suoi compagni d'avventura politici catalani, fino a 30 anni di carcere per sedizione.

Non appena si è diffusa la notizia dell'arresto di Puigdemont - che è solo il più importante dei 12 esponenti indipendentisti finiti nel mirino della Procura spagnola in questo fine settimana - a Barcellona si sono riaccese le manifestazioni di protesta dei suoi simpatizzanti, che già avevano provocato scontri con le forze dell'ordine venerdì sera.

Migliaia di persone sono scese in strada nelle Ramblas, cuore della capitale della Catalogna, scandendo slogan indipendentisti tra i quali «Libertà per i prigionieri politici» e « Puigdemont è il nostro presidente».

La polizia in assetto antisommossa ha caricato i manifestanti e arrestato tre persone. Si sono contati 52 feriti leggeri.

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