Pulisce la pistola e spara per sbaglio alla figlia, denunciato

La bimba, di 7 anni, è stata colpita di striscio alla spalla ed è fuori pericolo. Il padre è legato alla criminalità organizzata

Pulisce la pistola e spara per sbaglio alla figlia, denunciato
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Maneggia una pistola, parte un colpo che ferisce la figlia di 7 anni. Tragedia sfiorata, è il caso di dirlo, in un appartamento a San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli, tra i quartieri di Barra e Ponticelli. La bambina, soccorsa immediatamente, viene portata dalla madre all'ospedale villa Betania di Ponticelli dove viene stabilizzata. Subito dopo trasferita al Santobono dove i sanitari le estraggono un proiettile ritenuto, conficcato, in una spalla.

«Eravamo ai giardinetti, la bimba giocava con altri ragazzini quando è caduta a terra, colpita da una pallottola vagante» la prima versione fornita dalla donna agli agenti di polizia intervenuti nel nosocomio. Il padre, pregiudicato e appartenente ai clan di Camorra, è irreperibile.

Una storia che non convince affatto gli uomini della squadra mobile che si precipitano nell'abitazione in cerca di riscontri. Sono gli esperti della scientifica a trovare la prova che la donna mente. Su una parete di una stanza attigua alla camera da pranzo il segno, evidente, di un colpo d'arma da fuoco. Secondo la ricostruzione della polizia l'ogiva, dopo aver impattato sulla parete, avrebbe cambiato traiettoria finendo per colpire la piccola che si trovava in un'altra stanza rispetto al padre. Del resto al parco, dove sarebbe stato esploso il colpo di pistola secondo la prima versione, nessun testimone conferma le parole della donna. Di fronte all'evidenza la madre crolla e racconta tutta un'altra storia. Sarebbe stato il marito, giovedì sera, intento a pulire e caricare l'arma, a far partire accidentalmente un colpo. Il proiettile carambola sul muro e, di rimbalzo, ferisce la figlioletta in camera da letto.

L'uomo, 46 anni, personaggio legato alla criminalità organizzata dei «quartieri», dopo qualche ora rientra a casa, disarmato, e trova la polizia. Messo alle strette non può far altro che raccontare cos'è effettivamente accaduto e ammettere le proprie responsabilità. Ma dove sia finita la pistola resta un mistero.

L'uomo non dice altro e «se la cava» con una denuncia per lesioni colpose e detenzione abusiva di arma da fuoco, reati aggravati dal metodo mafioso. La figlia, dal canto suo, è fuori pericolo. «Le abbiamo estratto il proiettile - spiegano i sanitari del Santobono - che, fortunatamente, non ha leso organi vitali. Per precauzione la teniamo ancora qualche giorno in osservazione».

L'ennesima brutta storia di sangue e armi a Napoli dove in un mese tra sparatorie e omicidi fra bande rivali, pistole lasciate in strada, spedizioni punitive a colpi di calibro 9, sono morti tre ragazzi tra i 15 e i 19 anni.

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