Per capire fino a che punto possano arrivare sfacciataggine, faccia di bronzo e tracotanza, basta ascoltare il discorso sullo Stato della nazione formulato da Vladimir Putin. Parole che se non fossero pronunciate da quello che è a tutti gli effetti un dittatore liberticida, accusato di crimini di guerra e responsabile dell'invasione di uno stato confinante, potrebbero tranquillamente essere catalogate alla voce comicità. Di fronte alle Camere riunite del parlamento russo, Putin si è presentato come presidente e come candidato alle prossime elezioni, in cui peraltro è l'unico in corsa, piccolo dettaglio. Tra proclami e annunci, ha parlato di guerra (anzi, di operazione speciale, altrimenti si sarebbe dovuto far arrestare), ha sproloquiato della situazione del suo Paese e ha lanciato le solite minacce all'occidente evocando anche un possibile conflitto globale e nucleare.
In primis ha assicurato che la Russia non farà alcun passo indietro in Ucraina, rilanciando la favola che non è stata lui a iniziare il conflitto. «I membri delle forze armate non si ritireranno, non falliranno, non tradiranno», ha detto tanto per mettere le cose in chiaro, per poi rilanciare la sua azione non diplomatica lanciando messaggi ai nemici. «Tutto quello che l'Occidente sta escogitando porta veramente alla minaccia di un conflitto con armi nucleari e quindi all'annientamento della civiltà», ha detto Putin. «Anche noi abbiamo armi capaci di raggiungere i vostri territori». Hanno tentato in passato di combattere la Russia, ma ora le conseguenze saranno pessime», salvo poi sottolineare che è «una sciocchezza dire che Mosca voglia attaccare l'Europa». Ma del resto, anche l'invasione dell'Ucraina era stata bollata dal Cremlino come fantasia.
Nel dettaglio, il despota russo ha raccontato che quella che si ostina a chiamare «operazione militare speciale», anziché guerra di occupazione, «è una lotta giusta per la sicurezza e la sovranità di Mosca», specificando che «non permetterà a nessuno di interferire nei propri affari interni». Tra l'altro, ha aggiunto che «la maggioranza assoluta dei russi sostiene l'operazione militare e i combattenti sanno che l'intero Paese è con loro», con «le forze armate russe stanno avanzando con sicurezza in varie direzioni», sottolineando che «le capacità di combattimento delle forze armate russe sono aumentate di molto», senza specificare però in che modo ma tenendo a dire che la Russia ha già usato due tipi di missili ipersonici: il Kinzhal, lanciato dagli aerei, e lo Zirkon, dalle navi, annunciando che «metterà presto alla prova sul campo i nuovi missili balistici intercontinentali pesanti Sarmat». Putin ha poi chiuso il suo intervento elogiando lo stato dell'economia russa che secondo lui «si è dimostrata flessibile e sostenibile», pur ammettendo che si tratti al momento di un'economia di guerra, con l'elogio alle aziende «che hanno aumentato la produzione per soddisfare le esigenze dell'esercito e hanno inviato miliardi di rubli in due anni per sostenere i militari russi», dicendo però che la Russia sarà a breve tra le quattro prime potenze economiche.
Proclami e minacce che l'Ue intende prendere sul serio. Se il primo ministro polacco Donald Tusk dice che «occorre prendere sul serio non solo la retorica aggressiva ma anche le decisioni» di Putin, secondo il portavoce Ue Peter Stano «è stata solo un'altra opportunità di diffondere le ben note bugie e inganni che sta cercando di moltiplicare e diffondere.
Putin continua a ingannare la sua nazione e cerca di ingannare anche l'opinione pubblica internazionale, se c'è ancora qualcuno che lo ascolta, Putin è il solo responsabile di tutte le conseguenze della guerra», ha detto. Il nemico comune dell'Occidente non fa nulla per farsi anche solo lontanamente tollerare. Tra guerra, minacce e costante soppressione della democrazia, il problema Putin diventa ogni sempre più ingombrante.
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