Le 4 strade che portano al voto

Dalla crisi nel Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni regionali passando per il referendum sul taglio dei parlamentari e la nuova elegge elettorale: ecco i fattori che avvicinano alle urne

Le 4 strade che portano al voto

Il 2019 si è appena concluso ma non ha portato via le tensioni che da mesi caratterizzano il governo giallorosso. Anche con il nuovo anno, all'interno della maggioranza continua a regnare il caos. E giorno dopo giorno il ritorno alle urne sembra sempre più vicino. Voto anticipato? Si? No? Quando? Se lo stanno chiedendo da tempo diverse forze poltiche (Lega e Fratelli d'Italia in particolare) e con loro anche molti italiani che, secondo i sondaggi, si direbbero pronti a mandare a casa M5S e Pd per lasciare spazio alla coalizione del centrodestra.

Ora sembrano esserci diverse condizioni che potrebbero spalancare la strada verso il voto. Dalla crisi nel Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni regionali passando per il referendum sul taglio dei parlamentari: il ritorno alle urne sembra avvicinarsi sempre più. Quattro le vie che possono portare al voto, vediamo quali.

La crisi del M5S

Iniziamo dalla polveriera 5S. Il Movimento, sempre più nel caos, sembra essere il pericolo maggiore per la stabilità del governo giallorosso. Tra cambi di casacca (decine i passaggi di parlamentari grillini alla Lega e al Gruppo Misto), malumori e contestazioni, i pentastellati si stanno sciogliendo. Luigi Di Maio e Beppe Grillo cercando di salvare il salvabile. Nelle ultime ore sono anche circolate voci di dimissioni del leader, ipotesi poi smentite. Ma il tutto continua a destabilizzare (e non poco) i pentastellati.

Elezioni regionali

La seconda miccia che potrebbe far saltare in aria il Conte bis si chiama Emilia Romagna. Il prossimo 26 gennaio la regione rossa andrà alle urne: la sfida è tra Lucia Borgonzoni e Stefano Bonaccini. Ma tra due settimane potrebbe decidersi anche il destino del governo. Dopo aver perso l'Umbria, il Pd non può permettersi una nuova sconfitta che aprirebbe una crisi indecifrabile tra i dem e nello stesso governo giallorosso. Con la vittoria della sua candidata, il centrodestra andrebbe subito a chiedere il voto anticipato visto che la maggioranza palamentare non coinciderebbe più con la volontà popolare.

La legge elettorale

L'accordo sulla legge elettorale tra M5S e Pd spiana la strada alle elezioni. Il proporzionale del Germanicum con la soglia di sbarramento fissata al 5% di fatto dovrebbe essere conveniente alla maggior parte delle forze politiche. Una legge che ha già creato dei malumori in casa Lega e FdI e che favorirebbe invece il rapporto Pd-M5S.

Referendum taglio parlamentari

Se i posti in Parlamento diminuiscono, a causa del taglio del numero degli eletti, è bene accelerare e andare alle urne in

modo da evitare il referendum. Si voterebbe per eleggere un Parlamento con l'attuale plenum di 945 onorevoli, contro i 600 previsti dalla riforma. Meglio quindi puntare sul voto per avere più possibilità di essere eletti.

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