Quei 170 milioni volati via insieme all'Air Force Renzi

Un costo di 26 volte superiore al suo valore, una società che non ha nulla a che fare con i velivoli e i conti alle isole Cayman: tutti i misteri dell'Air Force Renzi

Quei 170 milioni volati via insieme all'Air Force Renzi

Una spesa di quasi170 milioni di euro, per un aereo ordinato ai tempi dell'esecutivo Renzi e mai utilizzato. Era il 2016, quando l'allora premier Matteo Renzi decise di commissionare un nuovo velivolo, che permettesse di volare oltre oceano senza effettuare scali.

Per questo, durante le trattative con Etihad (compagnia di bandiera degli Emirati Arabi), il governo stipulò un contratto per la fornitura del nuovo aereo, che avrebbe dovuto essere pronto per il 2017. Peccato che quella data coincise anche con la fine del governo Renzi, che non riuscì mai a volare con il suo nuovo Air Force. E nemmeno Paolo Gentiloni, suo successore, usufruì del nuovo aereo. Così, per più di un anno, il velivolo rimase a terra, nonostante il contratto con Etihad fosse ancora in vigore, secondo quanto riportato dalla Verità. Solo col governo gialloverde, Giuseppe Conte e Danilo Toninello, ministro dei Trasporti, annunciarono la recessione dal contratto con Etihad per la fornitura dell'Air Force Renzi, nell'agosto del 2018.

Ma la storia non finisce qui. Di recente, infatti, Il Fatto quotidiano aveva rivelato che Etihad era stata costretta a comprare appositamente il velivolo chiesto da Renzi, perché non ne aveva uno a disposizione. Ma il prezzo che poi l'Italia pagò per l'affitto di quell'aereo fu di 26 volte maggiore del suo reale valore: infatti, Etihad lo pagò 6,4 milioni, mentre il governo italiano stava versando alla compagnia 168 milioni, per l'affittato in leasing del mezzo. Un affare tutt'altro che conveniente per il governo italiano.

Ma questo non sembra essere il solo mistero. Un esperto infatti avrebbe rivelato alla Verità, che l'affare ebbe una strana triangolazione, comprendente una società nepalese, proprietaria del mezzo, che sembra però non avere nulla a che fare con gli aerei.

L'impresa di Katmandu, la Uthl, si occupa di costruzioni di dighe. E se un filone dell'inchiesta porta in Nepal, l'altro sembra diretto verso le isole Cayman, il luogo ideale per nascondere guadagni e affari non proprio leciti.

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