Quei risultati delle primarie Pd con le percentuali di voto "aggiustate"

Dopo il caso nel Cosentino del numero di schede valide superiore a quelle dei votanti, il Pd ci è cascato di nuovo. I risultati ufficiali premiano Zingaretti col 66%, Martina col 22% e Giachetti col 12%, percentuali troppo "perfette" per essere vere

Quei risultati delle primarie Pd con le percentuali di voto "aggiustate"

"Una bella giornata per la democrazia", "Il popolo della sinistra esiste ancora", "Quasi due milioni di elettori: siamo vivi". Questi erano solo alcuni dei commenti apparsi su social e pagine dei giornali nelle ore immediatamente successive alle primarie del Pd che, lo scorso 3 marzo, avevano incoronato segretario il governatore laziale Nicola Zingaretti. Sommersi dall'entusiasmo per il "grande risultato" e da altre notizie, con il passare dei giorni non si è più fatto caso alla mancanza di dati ufficiali sul numero di elettori presentatisi ai gazebo del Pd. Si è parlato in modo generico di 1,7 milioni di votanti, prima che la questione sparisse dai radar.

48 ore dopo, il Giornale aveva raccontato la storia di Luzzi, paese in provincia di Cosenza dove sono stati contati 368 voti validi a fronte di 269 votanti. Un episodio inquietante che ha contribuito a gettare qualche ombra sulla regolarità della consultazione interna ai dem. Da allora non si è più parlato di numeri ufficiali. Almeno fino a domenica 17 marzo, giorno della proclamazione di Zingaretti come neosegretario del Pd, di Zanda tesoriere e soprattutto della pubblicazione da parte di Democratica - il giornale dem - dei risultati ufficiali del turno elettorale che ha premiato Zingaretti. Come notato giustamente da Open, il tweet diffuso domenica mattina dall'account del sito d'informazione del Pd recita: "#AssembleaPd I risultati ufficiali delle #PrimariePd: @nzingaretti 1.035.955 voti pari al 66%, @maumartina 345.318 voti pari al 22%, @bobogiac 188.355 voti pari al 12%".

A prima vista tutto regolare. Viene spontaneo pensare a percentuali arrotondate per difetto o per eccesso per facilitare la lettura dei dati. Ma facendo i calcoli sul numero complessivo di votanti, senza guardare alle percentuali, risulta chiara una stranezza. I 1.035.955 voti presi da Zingaretti rappresentano esattamente il 66% dei votanti. Spaccato al decimillesimo! D'accordo, potrebbe trattarsi di una semolice coincidenza. Ma la stessa cosa avviene per Martina e Giachetti, premiati da un numero di voti che corrispondono perfettamente al 22% e al 12%. Risultati che, a livello statistico, risultano impossibili.

Cosa può essere successo? Le alternative sono due: o le primarie Pd 2019 rappresentano il tipo caso di scuola, come si dice in gergo per parlare di casi solo ipotetici, o il numero di voti avuti da ognuno dei tre candidati è stato "aggiustato" per raggiungere alla perfezione il numero tondo. Chissà...

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