Quei veleni in procura: "Li avrei uccisi"

Loggia Ungheria, il pm Storari a processo disciplinare per i verbali "supersegreti"

Quei veleni in procura: "Li avrei uccisi"
00:00 00:00

Dice Francesco Greco, ex procuratore della Repubblica a Milano: «Io non voglio essere preso in giro, sono molto dispiaciuto e rattristato per quello che è successo, perchè ero amico di Paolo Storari, ero amico di Davigo».

Dice il pm Paolo Storari: «Per me Greco era Cristo in terra». Poi tutto cambia, l'incredibile storia dell'indagine sulla loggia Ungheria fa irruzione nella Procura di Milano e la devasta. E come va a finire lo dice in modo quasi brutale Storari: «Io più di manifestare il dissenso li volevo uccidere».

Adesso Storari è sotto processo disciplinare per avere consegnato i verbali supersegreti sulla loggia a Piercamillo Davigo, allora membro dal Csm, che li fece vedere in giro a sua volta. Dall'udienza del 16 maggio del procedimento disciplinare a Storari vengono fuori trascrizioni che danno un ritratto disarmante della vita della Procura che fu di Mani Pulite e dei meccanismi interni alla magistratura.

E che soprattutto offrono una versione inedita di come, prima che la coppia Storari-Davigo li mettesse in circolazione, quei verbali fossero noti a un cerchio ristretto di magistrati, tutti della corrente di sinistra di Area, e che non fossero ignoti neanche al Quirinale.

Racconta Greco al Csm che a scatenare il caos fu il verbale in cui il falso pentito Pietro Amara indicava tra i membri della Loggia il comandante della Guardia di Finanza Giuseppe Zaffarana. «Il procuratore della Repubblica - premette - deve proteggere la polizia giudiziaria in tanti modi: facendogli avere gli encomi, avendo un buon rapporto». «Quando lessi quel nome dissi "porca miseria, questo qui proprio non ci voleva", Ma non è che ho detto non indaghiamo"». Anzi, Greco dice di avere escluso la Gdf dagli interrogatori di Amara per evitare fughe di notizie: «ho detto i prossimi si fanno con una persona fidata" che era un vecchio maresciallo che aveva lavorato vent'anni con la Boccassini». Lo scontro con Storari esplode quando il pm iscrive alcuni nomi nel registro degli indagati, una piccola parte dei sessanta presunti membri della loggia: «Io lo guardo e dico ma sono state estratte a sorte? Rimango basito».

La reazione di Storari la racconta lui stesso: «C'è una inerzia colpevole, ci posso andare di mezzo io? Vado al Csm, da uno che non è mio amico, ma che conosco indirettamente per rapporti professionali». Davigo. Che si fa dare i verbali e li fa vedere a destra e manca, e per questo viene poi condannato a un anno e tre mesi si carcere. Nel frattempo la sua segretaria al Csm manda i verbali in busta anonima a due giornalisti di Repubblica e del Fatto. Quando un giornalista lo avvisa Greco trasecola, fa bonificare i computer e i telefoni, «davamo per scontato che ci fosse stata una intromissione nei nostri sistemi informatici». Il momento più surreale è quando in Procura i verbali originali di Amara spariscono: «I verbali - spiega al Csm la vice di Greco, Laura Pedio - non si trovavano più, sollecito Storari a mandarmeli, lui mi dice che non ce li ha, forse scrivo anche mi fai impazzire"». Si scopre poi che erano stati dati brevi manu, senza incarico, a un consulente informatico. Questo nella Procura di punta del paese.

Meno colorito ma forse più rilevante è quanto Greco racconta al Csm sulla circolazione che i verbali sulla presunta loggia avevano avuto ben prima della scomposta iniziativa di Storari. Greco commenta la lettera anonima che accompagnava i verbali mandati al Fatto, e dice: «É una fotografia reale di quello che è realmente successo. Ho parlato con Salvi, che mi ha detto ci sono anche brave persone". Ho parlato con Stefano Erbani, con Mattarella, con diversi magistrati di Area, consiglieri di Area».

Giovanni Salvi, all'epoca procuratore generale in Cassazione, è un leader storico di Magistratura Democratica. I «magistrati di Area», la corrente progressista del Csm, vengono in buona parte da Md.

E da Md viene anche il nome più importante che fa Greco: Stefano Erbani, consigliere giuridico di Sergio Mattarella.

Il capo dello Stato ha sempre detto di non sapere nulla della loggia Ungheria. Possibile che il suo fidato Erbani non gli abbia riferito?

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica