Qui il divino non c'entra nulla c'è solo l'eroismo degli uomini

Tutto si spiega con le scelte umane: con gli errori e il coraggio

Qui il divino non c'entra nulla c'è solo l'eroismo degli uomini

E se Dio fosse uno di noi? si chiedeva Joan Osborne in una canzone molto in voga negli anni Novanta. Domanda alla quale, fortunatamente, non si potrà mai dare una riposta. Però troppe volte si confonde il divino con l'umano. Troppe volte ci si distrae a guardare in cielo senza accorgersi di quello che succede alle altezze più pedestri.

Le fiamme infernali dell'esplosione sulla tangenziale di Bologna hanno scosso dal basso la torre delle certezze degli italiani. Si incrina la ragione, è sotto assedio la fortezza delle nostre debolezze. Folle, assurda, senza spiegazioni una esplosione da guerra mondiale lungo le pacifiche trincee delle vacanze agostane. Altrettanto assurdo, fuori dalla umana comprensione ma, di convesso, miracoloso - il bilancio di vittime e feriti. Tragico ma non apocalittico. Inversamente proporzionale alla drammaticità delle immagini detonate su siti e tv.

Ma tutto è umano. Le mani stanche che hanno allargato la presa sul volante rovente dal sole della cisterna e quelle, salde, dell'agente Riccardo Muci. Eroe e salvatore. Anche la provvidenza, da divina, diventa umana. I miracoli, ammesso che esistano, sono altra cosa. Qui c'è l'eroismo di uomini fatti di muscoli, sangue, sudore, paura e coraggio. Non c'è nulla di divino.

Perché sicuramente - a volte - scende su di noi «l'invisibile carezza di un custode» per dirla con Franco Battiato o più semplicemente una mano celeste. Ma quasi sempre quella mano che ha costruito un «miracolo» è una mano in carne ed ossa. E dobbiamo stringerla.

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