A lla storia terribile di Bibbiano la politica ha risposto proponendo una commissione parlamentare di inchiesta che indaghi sulle attività delle comunità che accolgono i minori allontanati dalle famiglie. Un'altra finalità della commissione sarà quella di ribadire un concetto che nel nostro ordinamento era già espresso: il bambino ha il diritto di crescere in seno alla sua famiglia di origine. L'assunto, banale fino a qualche tempo fa, ha perso di valore perché ad essere sotto processo è il concetto stesso di famiglia. Esiste un moto culturale che per sostenere le famiglie arcobaleno, la stepchild adoption, l'utero in affitto e l'adozione omosessuale dipinge il nucleo tradizionale, con la madre e il padre, biologici e non equiparabili, come la fonte di ogni male da perseguire e cancellare. Della vicenda reggiana colpisce la connivenza tra personaggi che hanno una stessa visione ideologica della società. Se sono riusciti nei loro intenti è perché la rete aveva tessuto le sue maglie ad ogni livello istituzionale. A Bibbiano un gruppo di persone schierate ideologicamente decideva a chi togliere i figli, per metterli in quali strutture, dove a «curarli» erano sempre gli appartenenti allo stesso gruppo di potere. Come è potuto accadere che il Tribunale per i Minorenni di Bologna non se ne accorgesse? Psicologi, psichiatri, assistenti sociali, psicoterapeuti ed educatori che concorrono alla decisione dell'annullamento della potestà erano formati e animati dalle stesse malevole intenzioni. Sull'homepage del sito web del tribunale spiccano due opuscoli scaricabili sulla violenza assistita, uno è per le madri maltrattate e l'altro per i padri maltrattanti, entrambi a cura della sociologa e giudice onorario Elena Buccoliero, unica esperta scelta dal tribunale per informare la sua utenza. La sociologa è stata chiamata a parlare alla presentazione del «Progetto App», spazi di contaminazione educativa, presentato dal comune di Bibbiano e dal sindaco Carletti, che del sistema sociale della Val d'Enza andava molto fiero. Alla presentazione del progetto era presente tutto il gruppo di potere che gestiva senza controllo il sistema affidamento della regione. La loro idea è riassunta nel titolo di un convegno organizzato tempo fa: «Mi presti la tua famiglia? La mia è in difficoltà», il motto era «Rinascere dal trauma».
Se un bambino vive una situazione familiare complicata invece di aiutare il nucleo a superare le difficoltà si sceglieva di aggiungere al dramma esistenziale il trauma della separazione con la folle pretesa di cancellare dalla sua mente madre e padre, per inserirlo come fosse un oggetto elettronico resettabile all'interno di uno spazio estraneo ai suoi affetti più cari.
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