Chissà quante volte Rafael avrà raccontato in famiglia la storia della zia Bianca. Che fu uccisa in un attentato a Gerusalemme nel 2003, durante la seconda Intifada. Ora quel tragico destino è toccato a lui, colpito da un drone in un attacco di Hezbollah nel Nord dello Stato ebraico.
Rafael Kauders, 39 anni, era un riservista dell'esercito israeliano, padre di quattro figli, sposato con Yehudit. I suoi nonni paterni, Edmundo e Margherita, sono nati a Milano. Fuggirono dai nazisti in Svizzera durante la seconda guerra mondiale. Dopo la Guerra dei Sei Giorni si trasferirono. Ex studente del dipartimento di Filosofia ebraica della Ben-Gurion University, Rafael ha lavorato come coordinatore dell'immatricolazione e dell'informatizzazione alla Or High School di Tzur Hadassah, e in seguito per un'azienda che ha sviluppato un sistema di gestione online per le scuole. Stava svolgendo il servizio di richiamo nell'esercito a Kurfeish, nel nord di Israele, e apparteneva al Battaglione 5030 della Brigata Alon.
I due droni, sparati da un'organizzazione terroristica libanese, sono entrati in azione a pochi minuti di distanza e hanno anche ferito 10 persone. Il secondo in particolare, sembra aver preso di mira le squadre di soccorso arrivate per curare i feriti del primo.
A dare la tragica notizia è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha parlato con la famiglia della vittima, attiva nella comunità italiana in Israele, per esprimere le condoglianze a nome di tutto il Governo. «È stato ucciso mentre difendeva il proprio Paese dal terrorismo» ha scritto su X l'ambasciatore israeliano a Roma, Alone Bar. Parole di sgomento e vicinanza alla famiglia anche da parte della comunità ebraica di Roma. Kauders non è l'unico italo-israeliano ad aver perso la vita dopo l'attacco di Hamas a Israele, bensì il quarto. Dopo il 7 ottobre tre cittadini con doppio passaporto, inizialmente dati per dispersi, sono stati confermati deceduti. Il primo del quale si è avuta certezza della morte è stato Evitar Kipnis, il cui corpo è stato trovato insieme a quello di altri 107 cadaveri giorni dopo l'assalto al kibbutz di Be'eri. Assieme a lui è deceduta anche la moglie, Liliach Lea Havron, assistente sociale. La madre di Eviatar Kipnis era nata in Italia, a Livorno, si era poi trasferita in Tunisia e da lì in Israele.
La terza vittima è Nir Forti: 29 anni, nonna triestina e nonno milanese, Forti si trovava al rave party Supernova a Re'im nel deserto del Negev, uno dei primi ad essere attaccato da Hamas. Insieme a lui è stata uccisa anche la fidanzata Shai Regev.
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