Rai, polemica sulla Maglie. M5S: "La striscia dopo il Tg1? No a raccomandati"

Le polemiche dopo il caso, segnalato dal sindacato dei giornalisti Rai, della mancata iscrizione all'ordine dei giornalisti

Rai, polemica sulla Maglie. M5S: "La striscia dopo il Tg1? No a raccomandati"

Dovrebbe prendere il posto che fu di Enzo Biagi. O forse no. Il nuovo ruolo di Maria Giovanna Maglie all'interno della Rai fa discutere la maggioranza.

L'opinionista veneziana di nascita, ma romana d'adozione, dovrebbe ottenere la conduzione di uno spazio informativo serale di sette minuti dal lunedì al venerdì dopo il Tg1. Proprio l'orario in cui, un tempo, andava in onda Enzo Biagi con il suo celebre "Il fatto". Maglie, 67 anni, ha idee politiche vicine a quelle della maggioranza di governo: sostiene il pensiero sovranista e fu tra le prime, in Italia, a notare l'ascesa di Donald Trump e a commentarla con favore.

Le grane però nascono nella mattinata dell'1 febbraio: il segretario del sindacato dei dipendenti Rai (Usigrai), Vittorio di Trapani, rivela in un tweet che Maglie non risulta iscritta all'ordine dei giornalisti da almeno tre anni.

La giornalista si difende in un dialogo con il Corriere della Sera, spiegando che non ha pagato le ultime quote per un disguido. Ma intanto il caso è esploso, e ancora una volta spacca la maggioranza di governo. Fonti del Movimento 5 Stelle contestano il passato di Maglie, chiamata per sua stessa ammissione in Rai per volere di Bettino Craxi negli anni '80. Il curriculum della giornalista sarebbe "incompatibile con M5s che vuole una Rai del cambiamento, dove prevalga la meritocrazia e non chi ha avuto sponsor politici in passato: no categorico ai raccomandati". E c'è anche il problema delle "spese pazze", l'inchiesta sui rimborsi chiesti da Maglie nel 1994 quando era corrispondente dall'America. Anche se il procedimento si chiuse con l'archiviazione, la sola vicenda sarebbe indigeribile per i pentastellati.

Chi difende Maglie è invece la Lega per bocca di Massimiliano Capitanio, segretario della commissione di Vigilanza Rai: "Queste polemiche confermano che la scelta di un professionista vero, intelligente e a tratti vulcanico, è assolutamente azzeccata per confezionare un prodotto indipendente, nuovo e destinato a

creare dibattito".

Ora la palla passa a Teresa De Santis, direttrice di Rai1, e al presidente Rai Marcello Foa, entrambi sponsor dell'incarico alla Maglie prima che il caso esplodesse.

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