Benny Casadei Lucchi
La figlia della signora si chiama Fabiana Flosi, ha 38 anni, avvocatessa, tempo fa era direttrice marketing del Gran premio di F1 di San Paolo, circuito di Interlagos, ora segue cose legali ed è felicemente sposata. Il genero della signora si chiama Bernard Charles Ecclestone, ha 47 anni in più della moglie sposata in terze nozze. È un signore basso di statura, di anni 85, che gli amichetti alle elementari chiamavano «the tich», il tappo, epperò smisero presto di farlo. Spiegheremo poi il perché. La signora madre e suocera in questione si chiama Aparecida Schunck, 67 anni, ed è stata rapita venerdì scorso in Brasile, vicino casa, a San Paolo. Vien da sé che si tratta della congiunta di uno degli uomini più ricchi d'Inghilterra, patrimonio personale stimato in 4 miliardi di euro. Lo è da tre anni, da quando Bernard Charles è convolato a nozze con sua figlia, avvenente avvocatessa, ex modella, conosciuta durante il Gran premio del Brasile 2009.
Secondo quanto rivelato dal magazine «Veja», prodigo nel fornire informazioni sulla vicenda e che cita fonti vicine alla polizia, in questi giorni i rapitori si sono ovviamente già messi in contatto con i familiari. Hanno chiesto 33 milioni di sterline da «consegnare in sterline e dentro quattro borse di plastica». Denaro che ovviamente la famiglia Schunk-Flosi non ha. Denaro di cui dispone l'altra famiglia, Flosi-Ecclestone. Da qui la richiesta fatta direttamente in sterline. Certamente, i criminali paulisti contano sulla ricchezza del boss della Formula uno, un uomo che non più tardi di un paio di anni fa non esitò a staccare un assegno da 100 milioni di euro per sanare il proprio contenzioso con la giustizia tedesca (era accusato di aver pagato una tangente di 44 milioni di dollari a un banchiere per convincerlo a cedere le partecipazioni dell'istituto nel Circus).
Ora la trattativa con i rapitori è in atto. Forse già conclusa. Bisogna solo augurarsi che la povera donna stia bene. Difficile pensare che il manager inglese non ceda o abbia già ceduto. Difficile però anche pensare che poi, nei dovuti modi e nei dovuti tempi, non passi al contrattacco. Bernard Charles non è persona che dimentica. Con il mondo brasiliano, e soprattutto paulista, ha contatti stretti da oltre quarant'anni. Con le autorità politiche idem. E nella sua lunga vita i conti in sospeso li ha sempre regolati. O, se impossibilitato, è comunque riuscito a girarli a proprio favore. Come quella volta, nel 2010, quando fuori dalla propria casa di Chelsea, tra l'altro in compagnia proprio della futura moglie brasiliana, venne assalito da quattro rapinatori, picchiato e derubato di un prezioso orologio che valeva un paio di centinaia di migliaia di sterline. Pochi giorni dopo, la foto a tutta pagina di Bernie con un occhio tumefatto campeggiava su quarte di copertina dei maggiori giornali inglesi. A fianco l'immagine di un orologio simile al suo. E una frase: «Che cosa non si fa per un orologio...». D'altra parte, il minimo, per uno che da bambino, tempo qualche mese, vendendo merendine nel cortile della scuola, si era fatto dei bodyguard personali pronti a menare il primo che avesse osato chiamarlo tappo.
Se vita e opere di Ecclestone raccontano di un uomo capace di affrontare mille tempeste, la vicenda del rapimento, a pochi giorni dalla cerimonia di apertura dei Giochi olimpici di Rio, racconta invece di un Brasile sempre più nel caos sicurezza.
Con i Giochi e i mondiali di calcio, che però hanno cadenza quadriennale, il mondiale di F1 è infatti l'altro evento sportivo e mediatico più importante al mondo. Colpire la famiglia del suo re è qualcosa che va oltre l'azione di quattro pericolosi balordi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.