«È successo tutto rapidamente. Il primo boato ha frantumato i vetri di casa, il secondo ha fatto tremare le fondamenta, come un terremoto». Gli abitanti del quartiere Horbanivka di Poltava raccontano all'emittente Channel 5 come hanno vissuto l'attacco russo di ieri mattina. Le palazzine danneggiate sorgono tuttavia a circa 5 km di distanza dall'Istituto Militare di Telecomunicazioni e Informatizzazione, vero obiettivo del raid di Mosca, e questo fa comprendere quanto violento sia stato l'impatto. Erano le 9.08 di Kiev quando due missili balistici hanno colpito la struttura che si è sbriciolata come un biscotto. Il bilancio è tra i più gravi dall'inizio del conflitto: i morti accertati sono 53, 271 i feriti, alcuni in gravi condizioni. Civili uccisi che si aggiungono ai 7 del complesso alberghiero di Zaporizhzhia.
I soccorritori continuano a scavare, ma al momento solo 25 persone sono state estratte vive dalle macerie, e sotto il groviglio di detriti potrebbero esserci altri 20 corpi. In via Zinkivska, luogo della tragedia, le forze dell'ordine tentano di contingentare chi vorrebbe dare una mano. Un'altra fila si è formata in via Shevchenskaya, sede dei laboratori di donazione del sangue.
Mosca ha scientemente attaccato l'Istituto Militare, mentre per altro era in corso un'esercitazione, sapendo di decapitare l'élite della nuova leva militare di Kiev e neutralizzare, lo sostiene il Cremlino, istruttori stranieri (francesi e britannici). Poltava, 300mila abitanti, città che ha dato i natali all'ex presidente israeliano Itzhak Ben-Zvi, potrebbe diventare un'area strategica per un avanzamento da Sumy, Donetsk e Kharkiv verso il cuore del Paese. «La feccia russa pagherà per questo attacco. Continuiamo a sollecitare chiunque nel mondo abbia il potere di fermare il terrore. L'Ucraina ha bisogno di sistemi di difesa aerea e di missili ora, non in magazzino. Ogni giorno di ritardo significa altre vite perse», ha commentato a caldo Zelensky, decretando 3 giorni di lutto nazionale e chiedendo l'apertura di un procedimento penale contro i militari per negligenza. Gli allarmi non avrebbero funzionato.
Altro aspetto che fa riflettere è il disinvolto impiego di Mosca di missili balistici, già utilizzati nei giorni scorsi negli assalti ai quartieri residenziali di Kharkiv. Secondo gli analisti potrebbero già essere gli Ababil e i Fateh-360 di fabbricazione iraniana. Mosca e Teheran hanno firmato un contratto di fornitura nel dicembre 2023 e un primo carico sarebbe stato sperimentato proprio tra Kharkiv e Poltava. Per queste ragioni Zelensky chiede protezione dei cieli, ma al momento ha ottenuto solo 6 sistemi di difesa dalla Germania e uno Patriot dalla Romania. Washington riferisce di essere a un passo dal trasferire missili da crociera a lungo raggio Jassm.
Il presidente ucraino deve far fronte a problemi di stabilità interna: ieri in un colpo solo ha licenziato il direttore della rete elettrica nazionale Koudrytsky, reo di non essere riuscito a proteggere le infrastrutture del Paese dagli attacchi, e costretto alle dimissioni i ministri di Industria, Giustizia e Risorse Naturali, ma anche la vicepremier per l'integrazione europea Stefanishyna, il vice capo dell'ufficio presidenziale Shurma, e la vice ministro dei territori occupati Vereshuck. Oggi lascerà l'esecutivo un pezzo da novanta, il ministro degli Esteri Kuleba, rimpiazzato dal vice Sybiga. Via anche il generale Hladky dal comando dei droni. Un rimpasto generato dai malumori di una frangia politica, per il protrarsi del conflitto, e che vorrebbe alla presidenza l'ex comandante Zaluzhny, oggi ambasciatore a Londra.
Gli ucraini avrebbero perso ieri nel Kursk 200 soldati e un Mig-29.
In stallo la situazione nel Donetsk, mentre nel Kharkiv gli invasori avanzano. I russi hanno fucilato tre prigionieri di guerra ucraini a Toretsk. Putin intanto ha concluso la sua visita in Mongolia, e per l'Ue il mancato arresto è un duro colpo al diritto internazionale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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